Dopo la bocciatura del piano di rientro, da parte della Corte dei Conti, a Palazzo San Giacomo sale la tensione. “Se non ci saranno risposte da parte del governo – ha dichiarato il Sindaco De Magistris – non saremo in grado di garantire i servizi minimi essenziali e temo tensioni sociali. A rischio è la tenuta democratica a questo punto. Parole forti quelle del Sindaco, ma non del tutto infondate. A metterci una pezza, a questo punto, dovrebbe essere il governo che, secondo De Magistris, dovrebbe intervenire da un punto di vista normativo per ridare ossigeno al capoluogo Partenopeo e non solo. Niente soldi, dunque, ma un sistema di leggi che permetta ai comuni di sopravvivere oltre i pareggi di bilancio ed il patto di stabilità. È qui che entra in gioco l’Anci, l’associazione nazionale dei comuni italiani, che avrebbe elaborato un pacchetto di norme capaci, secondo il Sindaco arancione, di risollevare i comuni in crisi, permettendone una gestione più equilibrata in relazione alle esigenze dei territori e dei cittadini. “Se non arrivano nuove norme e non si procede all’attenuazione o eliminazione di blocchi normativi e vincoli finanziari si rischiano forti tensioni sociali” ha concluso De Magistris. Il problema a questo punto è duplice, da un lato politico e dall’altro economico. Sul fronte economico il comune di Napoli si ritrova oggi con una situazione di fatto diversa da quella che aveva previsto. Ad esempio, alcune delle stime di previsione sul patrimonio immobiliare comunale da alienare sono risultate “gonfiate” e i conti, oggi, non tornano più. Ma questo è solo uno degli aspetti: il comune di Napoli non vive una condizione particolarmente differente da quella di tanti altri comuni italiani che in decenni hanno accumulato un debito enorme sperperando e “distribuendo” risorse pubbliche agli amici degli amici. Il fiscal compact, imposizione infame dell’Europa, pur non rapprendendo una soluzione ha semplicemente scoperchiato il vaso di pandora. Sul piano politico, invece, le dichiarazioni del Sindaco chiariscono una volta e per tutte che di rivoluzionario quest’amministrazione non ha proprio nulla. De Magistris non ha la minima intenzione di arrivare ad uno scontro frontale con Governo ed Europa sulla questione del fiscal compact, preferendo, invece, agitare lo spauracchio della rivolta sociale e del pericolo della tenuta democratica dei territori. Della serie – ho fatto e detto tutto, ora state attenti a voi perché le conseguenze potrebbero sfuggirci di mano -.
Luca Leva