NAPOLI – La Sala Giorgio Nugnes del Consiglio comunale di Napoli ha ospitato oggi la tavola rotonda sul tema ?Cultura e processi produttivi?, promossa dall’Associazione Socrate in collaborazione con il Consorzio Napoli Centro Antico, il Consorzio Artigianapoli e l’Associazione Divago.
Attorno al tema in oggetto si sono avvicendati gli interventi di relatori nazionali e internazionali di grande spessore, personalità del mondo accademico e dell’editoria, rappresentanti istituzionali ed esponenti di associazioni di categoria, per una giornata di approfondimento volta a individuare i percorsi possibili di una progettualità quanto mai necessaria e urgente all’interno di uno scenario, quello attuale, dai contorni fortemente critici. La cultura, in particolare, appare tra gli ambiti più penalizzati, vittima di tagli drastici e spesso svilita a un ruolo di marginalità e di superfluità nella vita pubblica; questo impone, con ancor più forza di prima, la realizzazione di momenti di studio, dibattito e confronto sullo stato di cose e sulle prospettive di un settore in realtà essenziale per la nostra economia. Il Vice Presidente del Consiglio comunale Elena Coccia, che ha introdotto e moderato la discussione, ha evidenziato la preoccupante tendenza in atto in Europa, che sembra voler espungere il Sud dalla propria geografia, tanto a livello economico-politico, quanto culturale. Il Prof. Alban Marino, dirigente del Ministero della Cultura francese, ha condiviso l’esperienza virtuosa del Museo del Louvre, di cui è stato curatore, che riesce a coniugare l’eccellenza artistica con la produttività. Una ?ricetta?, quella del Louvre, certamente sperimentabile anche in altri contesti, se è vero, come ha spiegato Carla Ceraldi, docente di Scienza delle Costruzioni all’Università Federico II di Napoli, che il recente completamento del restauro della Reggia di Venaria Reale (Torino) ha portato con sé benefici per tutto il territorio circostante. Su una linea simile Luigi Alberto Sanchi, del CNRS di Parigi, ha posto l’attenzione sulle false opposizioni che caratterizzano oggi il confronto pubblico su questi argomenti, in cui dicotomie artificiose come industria – turismo o cultura – produttività non fanno offuscare la lucidità del dibattito. Il Prof. Giulio Pane, storico dell’Architettura alla Federico II, ha evidenziato la passività che investe oggi la collettività rispetto al percorso produttivo del bene culturale, e che riduce di fatto il fruitore a mero consumatore. Una visione condivisa anche da Dario Giugliano, docente di Estetica all’Accademia delle Belle Arti di Napoli, che ha sottolineato come la mancanza di un progetto, l’assenza di un’idea di società, dimentichi il momento produttivo per lasciare in primo piano il solo consumo. Un piano fortemente politico, raccolto in pieno dal Prof. Emiliano Brancaccio, dell’Università del Sannio, che puntando l’indice verso una parte della nostra intellettualità ha rilevato come la sola rivendicazione di interventi a favore della cultura, se slegata da un impegno concreto nei processi produttivi, rischia di allontanare dalla massa intellettuali e artisti attenti solo a una difesa corporativa. Nella varietà e ricchezza degli interventi svolti, punto di riferimento comune è stata la prospettiva imprescindibile di un rilancio culturale complessivo, della città di Napoli e non solo, nella consapevolezza che una tale spinta propositiva possa concretamente tradursi in ricadute virtuose per l’intero tessuto produttivo.