NAPOLI – C’é il via libera del Governo al piano di rilancio per i trasporti su ferro della Regione Campania. Secondo quanto si apprende, è stato inserito nel testo del decreto sviluppo. L’ok è frutto di un lavoro di pressing portato avanti dal presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, nei confronti del Governo e dei contatti constanti che il presidente della Giunta ha avuto, anche nel corso della settimana, con il ministro dei Trasporti, Corrado Passera, il vice Ciaccia, il viceministro dell’Economia Grilli.
Così come sono stati costanti i contatti anche con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, per arrivare all’approvazione dell’emendamento del decreto legge sulle misure urgenti per il riordino degli incentivi, la crescita e lo sviluppo sostenibile. Viene così accolta la richiesta di Caldoro il quale, per evitare il crac dell’Eav, la holding che gestisce il trasporto in Campania, aveva chiesto di poter mettere in campo lo stesso metodo sperimentato per la sanità, così da consentire il mantenimento dei servizi e la realizzazione di un piano di rientro con i fondi regionali per garantire il rilancio del sistema su ferro della regione anche in previsione delle gare previste da decreto liberalizzazioni. L’azione di risanamento, proposta da Caldoro, d’intesa con le parti sociali, si basa, in maniera esclusiva, su fondi regionali, ma, per la sua realizzazione, era necessaria una norma nazionale. Un’operazione a totale carico della Regione per evitare il fallimento dell’azienda. Nel dettaglio la proposta di palazzo Santa Lucia punta alla razionalizzazione delle società partecipate della Regione, così come previsto dallo stesso Piano di stabilizzazione, la ricognizione della consistenza dei debiti e dei crediti delle società, al fine di elaborare un Piano di rientro da sottoporre all’approvazione del Ministero dell’Economia e della Finanze. Verranno utilizzate, per il 2012, le risorse provenienti dal fondo per lo Sviluppo e la Coesione, assegnate alla Campania con la delibera Cipe del marzo 2009, mentre, per il 2013, saranno individuate altre fonti. Il sistema regionale è il secondo in Italia con più di 60 milioni di persone trasportate e 300 km di linee. Agli inizi del mese, Caldoro aveva inviato una lettera al presidente del Consiglio Mario Monti nella quale chiedeva una risposta di carattere strutturale e, simile a quella sperimentata con la sanità, per consentire l’espletamento del servizio e la realizzazione di un rigoroso piano di rientro con fondi regionali. Nella lettera a Monti Caldoro ricorda che “la Regione ha intrapreso un consistente programma di efficientamento e di riduzione degli oneri di esercizio, con un piano industriale organico utile a raggiungere, nel 2013, i costi standard nazionali al netto dell’indebitamento”. Una situazione che, come ha scritto Caldoro nella lettera, è “di gravità e portata tali da non poter essere gestita né con mezzi ordinari né in termini di crisi aziendali di imprese, sia pure di grandi dimensioni, e che impone una risposta di carattere strutturale”. Da qui la sollecitazione di Caldoro, in seguito all’avvenuta approvazione del piano di stabilizzazione finanziaria, per l’adozione di una norma nazionale, indispensabile per attuarlo, relativamente alla razionalizzazione e al riordino delle società a partecipazione regionale, a partire dal settore del trasporto pubblico su ferro.