“Riteniamo grave la scelta dell’Amministrazione comunale di Napoli di concedere la Sala Giunta per la prima celebrazione di unione tra persone dello stesso sesso”. È quanto si legge nella nota diramata in giornata da Luigi Mercogliano, esponente del Popolo della Famiglia, che aggiunge: “Non abbiamo nulla contro la possibilità che le persone dello stesso stesso vivano la loro affettività liberamente e senza discriminazioni. Siamo però fermamente contrari all’equiparazione tra unioni civili e matrimonio. Il mondo LGBT – prosegue Mercogliano – vuole a tutti i costi questa equiparazione per poter legittimare definitivamente anche il diritto alla genitorialità e l’aver concesso alle coppie che intendano stipulare in Comune questo mero contratto tra le parti il medesimo rituale riservato alle coppie che si uniscono in matrimonio col rito civile è un grave tentativo di annullare sempre più quelle differenze che per noi e per le persone di buon senso continueranno ad essere sempre lampanti e che nessuna legge capestro come la Cirinnà potrà mai cancellare. Per questo – conclude l’esponente del Popolo della Famiglia – chiediamo al Sindaco di Napoli di far celebrare questo tipo di unioni negli uffici dell’Anagrafe e non nei luoghi istituzionali come la Sala Giunta o il Maschio Angioino da sempre teatro dei matrimoni”. Luigi Mercogliano, già candidato sindaco di Napoli per il Movimento Pro-life nato a marzo da una costola del Family day, durante la campagna elettorale affermò che, se fosse stato eletto sindaco, non avrebbe celebrato le unioni civili secondo l’attuale normativa, esercitando il diritto all’obiezione di coscienza. Il Popolo della Famiglia di Napoli esorta tutti i sindaci e gli amministratori locali della Provincia di Napoli che hanno a cuore la difesa dei principi non negoziabili a rifiutarsi di celebrare le unioni civili, esercitando il diritto all’obiezione di coscienza e annuncia di aver approntato, in collaborazione con i Giuristi per la Vita, un pool legale che è pronto a difendere tutti quegli amministratori che intendano esercitare tale diritto.