“E’ del tutto evidente che un meccanismo che consideri sintomo di virtuosità il gettito delle tasse studentesche si fonda su un principio iniquo: le aree con un reddito molto più alto sono più virtuose a priori e vanno premiate! Sono pienamente d’accordo con il presidente Caldoro e con il rettore Marrelli: questi criteri penalizzano esclusivamente il Mezzogiorno.” Così il vicepresidente della Regione Campania con delega all’Università Guido Trombetti.
“Dato atto che questa distorsione non è ascrivibile all’attuale ministro – sottolinea Trombetti – va sottolineato che la capacità di reddito di un territorio ed il conseguente gettito di tasse non possono essere considerati elementi di merito, né si può immaginare di fare pressione sugli Atenei del Mezzogiorno perché aumentino la tassazione provocando così la crescita degli abbandoni degli studi. “Non vi è dubbio alcuno sul fatto che le università del Mezzogiorno debbano essere valutate con gli stessi metodi, e lo stesso rigore, adoperati per tutti gli altri Atenei; ma devono anche essere messe in condizione di competere. “In termini molto elementari il sistema adoperato per ripartire le possibilità di nuove assunzioni ha portato al seguente risultato: su 445,496 punti organico, generati dai pensionamenti in tutta Italia, 138,86 provengono dal Mezzogiorno, sono cioè il frutto di pensionamenti avvenuti nelle università meridionali. Nella suddivisione adoperata dal ministro alle università del Sud sono stati assegnati 70,03 punti organici e cioè il Sud riceve dal sistema circa il 50% dei 138.86 punti organici immessi da esso nel sistema stesso. “In parole povere – ricorda Trombetti – potrà assumere la metà di quanto fosse ragionevole attendersi. Il che significa che l’anno venturo l’università del Sud sarà valutata ancor peggio rispetto ad Atenei del Centro nord che potendo assumere molto più personale avranno un rendimento superiore nella didattica e nella ricerca. “In Campania a fronte di pensionamenti per 47.41 p.o. ne sono stati restituiti al sistema campano 22,84, cioè circa il 48%. La vicenda è di estremo rilievo stante l’importanza della ricerca e dell’alta formazione per lo sviluppo di un territorio. Circa 200 mila studenti frequentano le sette università campane, il chè dà un segno incontrovertibile dell’importanza della questione. E’ giunto perciò il momento – conclude il vicepresidente – di far diventare la discussione su tale questione,e più in generale sul grande tema del diritto allo studio una priorità assoluta del Governo e del Parlamento tutto.”