Il sindaco di Sant’Anastasia (Napoli), Carmine Esposito, ha invitato in Municipio i colleghi degli altri 17 comuni che rientrano nella cosiddetta ‘zona rossa’ ad alto rischio vulcanico, per decidere le iniziative, anche di azione politica, da intraprendere in attesa

che il disegno legge sul piano paesaggistico per la Campania, licenziato dalle commissioni Bilancio ed Urbanistica, arrivi in Consiglio regionale per l’approvazione. Il disegno di legge, che porta la firma dell’assessore regionale Taglialatela, modificherà, in parte, anche alcuni articoli della legge regionale 21/2003 sulla zona rossa, consentendo, ad esempio, gli abbattimenti e le ricostruzioni di abitazioni fatiscenti, finora vietati, senza, però, aumenti volumetrici. Ed in attesa dell’incontro con i sindaci, previsto per il prossimo 18 luglio, Esposito, insieme con l’assessore comunale all’Urbanistica, Giancarlo Graziani, ha scritto una lettera da inviare ai cittadini, imprenditori e tecnici del paese, per informarli sullo stato di avanzamento del disegno di legge, accolto con favore dall’amministrazione comunale che chiedeva da tempo la modifica della legge 21, “che consentirà di uscire dall’immobilismo nel quale si era da ormai dieci anni”. “Abbiamo appreso delle critiche mosse dall’ex assessore Di Lello – hanno spiegato sindaco e assessore – e vorremmo invitare chi ha costretto 18 comuni all’immobilismo per 10 anni, di tacere per il prossimo decennio per compensare i danni procurati, oppure di avere il coraggio di dire che c’é bisogno di evacuare e desertificare la zona già adesso. Oppure stia zitto e dia la possibilità a chi vive in queste zone di viverci in piena sicurezza, perché non esiste solo il rischio Vesuvio, ma anche quello sismico e idrogeologico. Solo qualche mese fa, nella vicina Pollena, abbiamo pianto per la morte di una giovane travolta dalle acque a causa della forte pioggia. E qui, per evitare tragedie, la nostra amministrazione si è messa anche contro il Genio civile, che ha competenza sui regi lagni, ed ha fatto ricorso ad un debito fuori bilancio per la loro manutenzione e pulizia. Il rischio Vesuvio non ha nulla a che vedere con la vita quotidiana”.

 

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