Potrebbe essere già roba vecchia la neonata “nuova” maggioranza targata Antonino Santillo-Giuseppe Massaro. Non è escluso, anzi starebbe prendendo sempre più forma, l’imminente addio di Antonio Chianese e Francesco Lettieri. Al momento sarebbe in dubbio anche il loro voto favorevole al bilancio di previsione 2025-2027 che approderà a breve nell’aula consiliare. Il dissenso è fatto notorio. Nei giorni precedenti al varo della giunta bis i due consiglieri eletti nella lista Orta Democratica posero sul tavolo delle trattative una questione con una doppia sfaccettatura politico-amministrativa: la sostituzione dell’assessore Annalisa Cinquegrana. Due le motivazioni alla base della richiesta. Nel merito il suo totale immobilismo: in 20 mesi di mandato ha prodotto meno di zero. Nel metodo i criteri della sua riconferma: non è espressione di nessun componente dell’assise. Ma nella formazione del “nuovo” assetto di governo Chianese e Lettieri sono stati considerati come inutili orpelli. Per converso il team di Massaro ha incassato l’assessorato per l’aversano Luigi Macchia, il consigliere indipendente Ciro Palladino ha indicato nell’esecutivo la nolana Elvira Caccavale e il gruppo ex Coraggio ha portato a casa la delega di vicesindaco per Pasquale Pellino, oltre al posto per Francesco Cirillo, padre della consigliere Anna Cirillo, nel Comitato tecnico consultivo della società Acquedotti. Però i conti non tornano. Ex Coraggio, rappresentato da tre esponenti nel civico consesso, ha fatto l’en plein assicurandosi di tutto e di più, forse anche tutti gli stalli auto del parcheggio adiacente al municipio, l’indipendente Palladino pur essendo espressione di sé stesso ha piazzato un assessore nel “nuovo” esecutivo, forse per il merito di aver abbandonato Orta al Centro (finora non ha spiccato per altri meriti), e Massaro può contare in giunta su un fedelissimo come Macchia che lavora con lui come consulente.

Antonino Santillo e Gianfranco Piccirillo

Poi c’è il più fortunato di tutti: Gianfranco Piccirillo. Come sempre il cugino di Santillo e il cognato di Cinquegrana cade sempre in piedi. Ha piazzato la sua parente nell’esecutivo, è il sindaco “ombra” e cuce i rapporti nella squadra di governo nonostante, secondo alcuni, non abbia nemmeno i soldi per comprare ago e filo. Non solo. Oltre a rappresentare per procura i suoi familiari, l’ex fedelissimo di Angelo Brancaccio ed ex di tante cose (è stato il suo addetto stampa e suo assessore esterno e ha presieduto l’Acquedotti come sua longa manus) non ha nulla in mano. Ma nel vero senso della parola. Non capeggia nessun gruppo politico-consiliare e nessun gruppo politico-consiliare gli riconosce un ruolo. E allora perché, senza alcuna leva politica o istituzionale, Piccirillo è centrale nella “nuova” maggioranza? Non si sa. E non è neanche comprensibile. Un po’ inquietante, a dire il vero. Dai tempi delle superiori è amico di qualche giornalista prodiga di buone maniere nei suoi confronti. Per carità, cosa molto utile per la produzione industriale di bugie, ma nulla di più. Come imprenditore improvvisato era molto attivo negli anni del cemento e assiduo frequentatore di mansarde. È stato per un periodo anche socio infausto dell’ex sindaco Andrea Villano, sì proprio lui, quello che negli ultimi mesi è diventato peggio di un appestato, dipinto come il male assoluto della città e del mondo intero. Un Bin Laden in salsa ortese.

Andrea Villano

Domanda: chi è stato il più forsennato sponsor di Santillo e gli ha consentito di candidarsi a sindaco? Risposta: Villano. Inciso: per questo imperdonabile reato politico meriterebbe l’ergastolo con rito immediato. Ma poi Villano, “creatore” del mostro Santillo, è stato additato come il Bin Laden locale per aver osato di proporre la cacciata dal comune della cricca italo-ucraina, quella dell’appalto diretto da 30mila euro. La campagna contro Villano si è successivamente estesa a Ferdinando D’Ambrosio, “reo” di essere uscito dalla maggioranza Santillo-Massaro. Dopo è stata la volta di Eduardo Indaco, bombardato con ogni mezzo per aver condotto Scelta Civica all’opposizione assieme al coordinatore politico del gruppo Giovanni Misso. L’ultimo in ordine di tempo a finire al muro è Nicola Margarita di Fare Democratico per Orta Verde. In seguito alle sue recenti critiche sulla mancata apertura del bocciodromo è stato “avvertito” via social da Santillo: “Sarai rimosso da presidente della commissione Garanzie Statutarie”. Se in anni bui qualcuno sosteneva che bisognava “colpirne uno per educarne cento”, oggi la “nuova” maggioranza ha adottato un metodo più radicale: “Colpire tutti quelli che non sono allineati e accucciati”. Si è perso il senso della misura. Allarme rosso.

Antonio Chianese e Francesco Lettieri

Ritorniamo a Chianese e Lettieri. Le loro critiche sono condivisibili sia sul piano politico che amministrativo. Avranno la forza e il coraggio di andare fino in fondo? Si metteranno contro il potente (non si sa perché) Piccirillo? Resteranno uomini o si trasformeranno in pecore per il timore di fare la stessa fine di Villano, D’Ambrosio, Indaco, Margarita e di tutti gli altri? Vedremo. Per i due consiglieri “ribelli” c’è un altro nodo da sciogliere, forse ancora più importante: stanno chiedendo la testa dell’assessore Cinquegrana per il bene della città, ossia per una giunta di maggiore qualità e efficienza, oppure stanno solo facendo baccano per ottenere qualcosa in cambio? È in ballo l’interesse pubblico o quello privato? Il dubbio è legittimo. Da molti giorni alcune “voci di dentro” spifferano sui marciapiedi e davanti a tutti frasi poco incoraggianti: “Resteranno in maggioranza, vogliono solo un po’ di graurino, è gente da pullanchelle, li accontenteremo e ritorneranno alla base”. Sarà vero oppure è già iniziata la campagna denigratoria anche contro di loro?

Mario De Michele

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