L’abbiamo detto fin dall’inizio: le dimissioni di Antonino Santillo da sindaco di Orta di Atella sono un bluff riuscito male. Tutti, ma proprio tutti, pure i sorci di fogna, che avevano appreso la notizia con un certo giubilo, sapevano che le avrebbe ritirate. Che si possa giocare così con le istituzioni è un altro discorso, che giustifica l’indignazione della gente verso le cariche pubbliche, ormai meno credibili di maschere carnevalesche. Ma nel dietrofront di Santillo c’è un elemento di gravità che non deve essere trascurato: il sindaco ha mentito. E un sindaco bugiardo è amministrativamente e politicamente pericoloso. Le sue menzogne sono protocollate. Pubblichiamo in basso la lettera di dimissioni. Subito sotto le motivazioni del ritiro. Nella prima si fa un chiaro riferimento al motivo dell’addio (finto): la richiesta di accesso agli atti di Raffaele Lampano. Nella lettera di ritiro non vi è alcun cenno. C’è solo un mucchio di promesse che sembra di essere tornati in campagna elettorale. Che credibilità può avere un sindaco menzognero? Che rispetto possono avere istituzioni ridotte all’arte della commedia? Che fiducia dovrebbero riporre in Santillo i cittadini presi così pacchianamente in giro? Il sindaco-bluff si rimette nelle mani del consiglio comunale dopo essersi garantito la maggioranza per i giochi di Palazzo del sindaco ombra Gianfranco Piccirillo. Troppo facile. Vedremo se avrà il coraggio di rimettersi di nuovo alla volontà popolare. Qui le bugie si pagano. A caro prezzo. Lo aspettiamo al varco.

Mario De Michele

LA LETTERA DI DIMISSIONI

LE MOTIVAZIONI DEL RITIRO DELLE DIMISSIONI

“Dopo 10 giorni di attenta analisi, confortato dalle centinaia di messaggi di solidarietà ed attestati di stima dei miei concittadini, – si legge nel documento – ho deciso, con la serenità che ha contraddistinto ogni mia scelta, di ritirare le dimissioni. Tanto c’è da fare ed Orta ed anche questa brevissima “pausa”, alla fine, si è rivelata utile per procedere più spediti; l’atto delle dimissioni non è stato sintomo di resa, ma un voler deliberatamente piegarsi per prendere la rincorsa. Abbiamo ereditato una situazione “disastrosa” e di questo ne eravamo consapevoli. In pochi mesi, però, con forza e determinazione, assumendoci anche delle grandi responsabilità (cosa non sempre scontata), abbiamo messo due punti fermi: è stato dichiarato il dissesto finanziario, congelando e riducendo una situazione debitoria che andava al di là di ogni più pessima previsione, ed abbiamo approvato definitivamente il PUC redatto dalla triade commissariale. Strumento che mette ordine e che, soprattutto, dopo anni di vicissitudini giudiziarie e politiche, con inchieste, scioglimenti e cadute di amministrazioni, ridona quella onorabilità offuscata nel tempo, non tanto al sottoscritto o agli amministratori in generale, ma alle istituzioni che ci onoriamo di rappresentare e, quindi, all’intero popolo ortese, dandoci così la possibilità di riprendere un rapporto collaborativo con tutti i livelli istituzionali sovraccomunali, per affrontare le tantissime questioni da anni irrisolte, fra cui la questione urbanistica. Nonostante le oggettive difficoltà e con un organico ridotto all’osso, in questi mesi, sono partiti i lavori che a breve porteranno alla riapertura del Parco giochi di via Verdi, della “Palestra Villano”, dei campi da tennis attigui allo stadio comunale, dei campi di bocce. Non meno importanti i progetti di digitalizzazione degli uffici comunale ed i lavori di efficientamento energetico degli immobili comunali, già in corso di esecuzione. Stanno, poi, per iniziare i lavori di rifacimento di diverse strade comunali. Sono stati, inoltre, intercettati 5.6 milioni di euro di nuovi finanziamenti per l’edilizia scolastica, e tanto altro è già in cantiere anche in sinergia con i Comuni limitrofi. Non amiamo fare proclami e questo, nella società dell’apparire, potrebbe rappresentare un vulnus. Stiamo lavorando, però, sin dal giorno di insediamento, in sordina e con grande spirito di abnegazione, esclusivamente per la città ed a breve inizieranno a palesarsi i primi frutti, sempre senza proclami, perché preferiamo i fatti ai comunicati. Sotto il profilo politico, al contrario, si è verificata una escalation di confronti, discussioni per arrivare a frizioni e situazioni conflittuali che non aiutano nella delicata attività amministrativa e che, sicuramente, non interessano i cittadini, sempre più disorientati da atteggiamenti privi di logica. Accettando la candidatura ero consapevole delle sfide che mi attendevano, non solo amministrative. Costruire una coalizione quanto più inclusiva possibile che contribuisse al superamento delle innegabili lacerazioni sociali, prima che politiche, presenti sul territorio, significava allargare a sensibilità anche assai “diverse” fra di loro, con l’impegno, però, da parte di tutti, di mettere gli interessi di Orta prima di tutto. Una coalizione che rappresenta la stragrande maggioranza delle forze politiche e sociali presenti sul territorio. Stando, però, anche a quanto si legge in questi giorni, le divergenze fra alcune componenti della maggioranza non sono ancora superate. Cambi di casacca, rimodulazioni di gruppi consiliari, tavoli di trattative fra due, tre o quattro gruppi che vengono modificati a seconda dell’obiettivo da raggiungere, poco o nulla hanno a che vedere con i problemi di Orta e con la Politica intesa come servizio per la collettività. Al netto delle belle parole scritte nei comunicati, si continua in atteggiamenti prevaricatori che, con la forza dei soli numeri, vorrebbero “condizionare” l’agenda politica. È evidente, quindi, che la maggioranza uscita dalle elezioni ha bisogno ancora di ulteriore tempo per chiarire, sviscerare e, mi auguro, superare le divergenze politiche, al contrario, Orta non ha tempo. Per questi motivi andrò in Consiglio Comunale, unico luogo deputato alla discussione ed al confronto, per verificare se godrò del sostegno di una maggioranza che, seppur numericamente ridotta, possa garantire maggiore affinità e speditezza, sia dal punto di vista politico che progettuale; l’azione di governo va necessariamente rinvigorita nella sua capacità di affrontare in tempi rapidi e senza esitazione le importantissime sfide che ci attendono. Il tutto, ove mai ce ne fosse bisogno di ribadirlo, nella massima legalità e trasparenza, accompagnate da equità e giustizia sociale. Tanti, forse anche troppi, professano tali valori. Ma anche in questo caso, io, preferisco nell’impegnarmi quotidianamente a praticarli!”

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