Il termine ultimo per le assunzioni è il 15 novembre. Meno di un mese. Ma per ora tutto tace e niente si muove. Eppure Orta di Atella ha bisogno di nuovi dipendenti comunali come nel deserto il viandante dell’acqua. Per certi versi il municipio sembra uno stabile dismesso. Stanze vuote, scrivanie intonse, zero attività. Immobilismo e sottodimensionamento anche in settori nevralgici. Risultato? Carenza di servizi essenziali. Ampie fasce della popolazione fortemente penalizzate. A pagare il prezzo più alto i ceti deboli. L’unica persona al mondo a non rendersi conto della gravità della situazione è Antonino Santillo. Il sindaco è in perenne affanno. Gira a vuoto. Non prende di petto i problemi. Tira a campare. Le due decisioni amministrative più importanti sono state assunte fuori casa. Il dissesto finanziario lo ha “imposto” la Corte dei Conti. Il Piano urbanistico comunale lo ha “adottato” la commissione straordinaria. Basta una passeggiata per le vie di Orta di Atella. Nessuno si è accorto che è in carica un’amministrazione politica. Il voto alle comunali non ha impresso una svolta. Più di uno rimpiange i commissari. In tanti rievocano Angelo Brancaccio: “Quando c’era lui le cose si facevano”. La gamba più debole del tavolo amministrativo è proprio Santillo. Non ha una visione di città. E non riesce nemmeno a gestire l’ordinario. In poche parole non è all’altezza. La fascia tricolore è piovuta dal cielo. Per i cittadini non è stata una manna. Ma un disastro su tutti i fronti. E più passa il tempo più il fallimento si palesa chiaro come il sole d’agosto. La carretta della giunta la tirano Tonino Russo, Pasquale Pellino e Andrea Villano. Florentia Lamberti arranca. Annalisa Cinquegrana non pervenuta. Quest’ultima è stata letteralmente imposta da Gianfranco Piccirillo. I risultati si vedono: l’assessore di Orta Democratica è meno palpabile di un fantasma. Si fa viva soltanto per riscuotere la corposa indennità di carica. È sempre la prima. La chiave di volta del default è il primo cittadino. Inadeguato, spaesato, impreparato. Di fronte allo svuotamento del personale chiunque avrebbe fatto i salti mortali per darsi da fare ampiamente prima del 15 novembre. Entro quella data va presentato il piano occupazionale. Orta di Atella potrebbe ottenere dal Ministero dell’Interno almeno 6-7 dipendenti comunali. C’è bisogno dell’ok del Viminale perché l’ente è in dissesto. Ma la carenza del personale è tale che il via libera è praticamente scontato. Se non si mette qualche toppa si rischia di appendere all’esterno del municipio il cartello “Chiuso per mancanza di dipendenti”. Finora Santillo non ha mosso un dito. Come mai? Forse è in attesa del lasciapassare di Maria Marsilio, responsabile del settore Economico-finanziario. La funzionaria plenipotenziaria conta più del sindaco. Senza il suo consenso non si decide nulla. Lo stallo sul piano occupazionale sarà superato soltanto quando si attiveranno le forze politiche di maggioranza. Non bastano più gli antispastici per alleviare i mal di pancia. Da qui a qualche giorno ci sarà la spallata. I partiti sono pronti anche ad aprire una crisi dall’esito imprevedibile. Sono stufi di un primo cittadino in balìa di alcuni funzionari. In verità non chiedono tanto: è ora che Santillo indossi la fascia tricolore, non è più il tempo dei parvenu.

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