Volano stracci nella coalizione di centrosinistra. A 4 mesi dalle comunali l’Unione Progressista (mai nome portò così male) è già un lontano ricordo. Nel giro di tre giorni quello che sembrava uno schieramento granitico si è frantumato come un bicchiere caduto dalla credenza. Ci hanno pensato i Democratici e Riformisti ad aprire ufficialmente la crisi in maggioranza con l’annuncio dell’appoggio esterno al sindaco Vincenzo Gaudino. A stretto giro di posta è arrivata la lettera di dimissioni del primo cittadino. Oggi è la volta di Orta in Movimento e Città Visibile che in documento congiunto ammettono il fallimento della coalizione. “Dobbiamo prendere atto che alcune premesse che hanno portato alla nascita di Unione Progressista sono decadute sotto i colpi di pretese che poco hanno a che fare con la dialettica politica”, recita un passo della nota. E ancora: “Ciò che ci lascia di stucco è la facilità con cui viene operata una vera e propria “inversione degli argomenti”, che prova a celare, per la verità maldestramente, una azione politica che ha mirato a “bloccare” e imbrigliare l’attività amministrativa”. Nel documento non vengono mai citati Gianfranco Piccirillo, Espedito Ziello e Mario Vozza ma il riferimento a loro è chiaro come il sole di agosto. “Oggi scopriamo che i Democratici & Riformisti non hanno mai rivendicato incarichi. Tale affermazione, però, risulta sostanzialmente incompleta. La verità è che il comportamento dei referenti dei Democratici & Riformisti si colloca nella scia di una nota consuetudine politica, articolata in vizi privati e pubbliche virtù. Ogni tentativo di intavolare una discussione politica sul futuro della città e ogni richiesta di impegno diretto nella gestione amministrativa è naufragato dinnanzi alle continue pretese del riconoscimento, alla loro componente, di fantomatiche posizioni apicali che non si è avuto il coraggio di rivendicare pubblicamente”. In altre parole il trio Piccirillo- Ziello- Vozza sta conducendo una guerra di poltrone. Ma il pressing su Gaudino non ha sortito gli effetti sperati. Il sindaco si è sottratto al ricatto politico dimettendosi. “Da settimane i rapporti dei Democratici e Riformisti con le altre forze di coalizione – si legge nel documento di Orta in Movimento e Città Visibile – sono stati deliberatamente interrotti e sostituiti da un dialogo diretto con il sindaco nel tentativo di portarlo sulle loro posizioni utilizzando come strumento di pressione l’intenzione di far mancare i numeri in Consiglio comunale, prova ne è l’aver disertato più volte il pubblico consesso, e annichilendo, di fatto, il dibattito politico”. Non mancano accuse anche all’indirizzo dei consiglieri comunali di Democratici e Riformisti che hanno firmato il documento dell’appoggio esterno. “Non sappiamo se i consiglieri comunali che sabato hanno firmato quel delirante documento siano consapevoli della responsabilità che si sono assunti facendo mancare, di fatto, la maggioranza a questa amministrazione e sarebbe cosa strana dal momento che in più di una occasione Città Visibile e Orta in Movimento, con il sindaco in testa, hanno dimostrato di non essere disponibili a cedere ad alcun tipo di ricatto politico. La mancanza di una reale maggioranza politica vuol dire mettere a serio rischio la continuazione di questa esperienza politica e definire un prologo per un nuovo commissariamento: un danno incalcolabile per la nostra cittadina; ma è chiaro che di fronte ad una presa di posizione assolutamente insostenibile, da parte dei Democratici e Riformisti, vanno tratte le dovute conclusioni. E deve essere altrettanto chiaro di chi sarà la responsabilità di un tale eventuale epilogo”. Affermazioni che sembrano proiettare già verso il futuro Orta in Movimento e Città Visibile. Uno scenario che prevederebbe la riproposizione di Gaudino come candidato sindaco senza l’accordo-zavorra con i Democratici e Riformisti. I due fedeli alleati del sindaco dimissionario infatti non concedono nulla agli ex alleati. Non arretrano di un millimetro. “Orta di Atella merita stabilità amministrativa e non una precarietà determinata da logiche estranee al raggiungimento del bene comune, logiche che tanto ricordano quel “vecchio”, ma ancora vicino nella memoria collettiva, modo di fare politica che ci siamo impegnati a destrutturare. Altrettanto intollerabile, in quanto dannoso per la collettività, è invocare esperienze “tecniche”, che definiscano una politica scevra da dirette responsabilità; un modello che ha già dimostrato di essere fallimentare per il nostro territorio, che ha dato il colpo di grazia ad un tessuto socio-economico e culturale già compromesso da anni di lassismo e politica speculativa”. Parole che sono come macigni. E per fortuna scripta manent. Nessuno pensi di superare questa crisi a tarallucci e vino. Non si può far finta che non sia successo nulla siglando un accordo al ribasso. È siderale la distanza tra Democratici e Riformisti da un lato, e Città Visibile e Orta in Movimento dall’altro. E lo stesso Gaudino ha imboccato una strada senza ritorno. Per quanto riguarda invece la “nota consuetudine politica, articolata in vizi privati e pubbliche virtù” lasciamo perdere. È il caso di dire: “chi è senza peccato scagli la prima pietra”.

Mario De Michele

C’ERAVAMO TANTO AMATI


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