Gennaro Oliviero e Francesco Boccia

Ora sono dolori. La vittoria di Elly Schelin è peggio di uno tsunami per la classe dirigente del Pd campano. Ai microfoni di Italia Notizie Francesco Boccia è stato più volte categorico: “Cacceremo dal partito i cacicchi e i signori delle tessere”. Enfasi elettorale? Per nulla. Fin da quando è stato designato commissario regionale il senatore ha sempre denunciato fuori dai denti le “anomalie” dei dem nella Regione governata da Vincenzo De Luca. Per non tacere del “caso Caserta”. Parole testuali: “Si è toccato il fondo sotto il profilo etico e politico”. In Terra di Lavoro il primo bersaglio di Boccia è sempre stato Gennaro Oliviero. Il timoniere del parlamentino campano ne ha combinate di tutti i colori. Non ne ha azzeccata una. E nonostante un tesseramento gonfiato fino al parossismo ha continuato ad attaccare Boccia sempre e solo sul piano personale. Per gente come Oliviero è finita la liaison con il Partito democratico. Capolinea. Come scriviamo da tempo il suo passaggio al Terzo Polo prende forma. Meglio per lui. E per il Pd. Oliviero è sempre stato un corpo estraneo. Un virus. Non ha mai costruito un progetto politico. Solo scontri personalistici con Stefano Graziano e Pina Picierno. Ancora più sanguinari quelli con Massimo Schiavone e Silvio Sasso, che hanno avuto l’ardire di non sottostare ai voleri del sovrano proprio nel cuore del suo regno: Sessa Aurunca. La contrapposizione con Schiavone e Sasso gli ha fatto completamente perdere la bussola. La ciliegina sulla torta avvelenata il ricorso contro il tesseramento del Pd casertano. Partito trascinato in tribunale. Follia pura. Dopo Bonaccini il più grande sconfitto alle primarie è il governatore De Luca. Ha militarizzato il voto nei circoli, con l’appoggio di quasi tutti i consiglieri regionali. Nelle sezioni della Campania Bonaccini ha stracciato la Schelin col 70% delle preferenze. De Luca ha spinto sull’acceleratore perché il suo omologo dell’Emilia Romagna gli aveva garantito il terzo mandato. Con l’esito delle primarie addio sogni di gloria. La Schlein è nettamente contraria. “Al mio competitor voglio chiedere una cosa molto seria: ho sentito che da parte sua c’è un’apertura al terzo mandato di De Luca. Mi chiedo se sia questa l’idea di rinnovamento di Bonaccini, perché abbiamo idee molto diverse. Nuovo gruppo dirigente e poi De Luca? Bene…”, attaccava non a caso la Schlein dal palco di Milano mentre il suo competitor, venerdì, era a Napoli prima da De Luca e poi accolto da tutto il gruppo dirigente a stretta osservanza deluchiana. E qui, a Città della Scienza, come aveva fatto già a Salerno, la roccaforte del governatore, Bonaccini benediceva il terzo mandato. Un punto su cui non si faranno né sconti, né prigionieri. De Luca sr bye bye. Si mette male anche per il figlio Piero. De Luca jr aveva un posto sicuro in segreteria in caso di vittoria di Bonaccini. Ora il futuro è velato da nuvole nere. L’uragano Schelin ha sradicato i potentati dem campani. Sarà fatta piazza pulita. Menomale. Finalmente un po’ d’aria fresca.

Mario De Michele

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