Ha suscitato allarme e apprensione l’articolo sul Parco Arcobaleno di Orta di Atella. Ieri abbiamo pubblicato la notizia della sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato la revoca del permesso di costruire, operata dal comune nel 2008 sotto la gestione commissariale, subentrata al civico consesso sciolto per infiltrazioni camorristiche. Il complesso residenziale di via Clanio è composto da circa 250 appartamenti con una popolazione di oltre mille persone. Senza la licenza edilizia gli immobili diventano abusivi. Se non lo ha ancora fatto l’ente di via Petrarca è tenuto ad adottare l’ordinanza di demolizione o ad avviare la procedura di acquisizione al patrimonio comunale. I commissari annullarono la concessione rilasciata dall’Utc alla ditta Real Estate dei fratelli Aprovitola. Contro la decisione del comune gli imprenditori si sono appellati al Tar e al Consiglio di Stato. Ma i giudici amministrativi sia in primo che in secondo grado hanno dato ragione al comune. Ora la palla ritorna all’Utc. Difficile trovare soluzioni tecniche. Ma non è esclusa una via d’uscita urbanistica. Prima di avere una situazione chiara bisogna attendere le contromosse dei titolari della Real Estate. Intanto cresce la preoccupazione per i drammatici risvolti sociali. In caso di acquisizione dei palazzi al patrimonio comunale ci rimetteranno le penne e tanti soldi gli attuali proprietari. Circa 250 famiglie che hanno fatto enormi sacrifici e stanno ancora pagando il mutuo per acquistare l’unica casa di proprietà. Che fine faranno? Il futuro non è roseo. La revoca della licenzia edilizia scaturì dall’eccesso di cubatura, quasi il doppio rispetto a quella prevista dal permesso a costruire. Porticati e sottotetti non abitabili furono trasformati in abitazioni. La solita storia. La solita filiera illegale tra politici, amministratori, imprenditori e tecnici comunali e privati. La patata bollente è caduta nelle mani di Antonino Santillo. Finora il sindaco non si è dimostrato all’altezza di risolvere nemmeno i problemi più semplici. Come affronterà il caso Parco Arcobaleno? Buttare oltre mille persone per strada scatenerà una sollevazione popolare. D’altro canto le maglie della legge sono piuttosto strette. Qualche tecnico più esperto però sostiene che sotto il profilo urbanistico c’è ancora qualche chance di risolvere il gravoso problema. Nel mondo politico di maggioranza qualcuno ipotizza, ma non l’ha ancora formulata, una proposta che valichi i confini comunali coinvolgendo anche le istituzioni superiori come Prefettura, Provincia e Regione. Molto dipenderà dall’approccio di Santillo. Il primo cittadino ha adottato una “tattica” ben precisa: scaricare sempre sugli altri, in questo caso sui responsabili del passato, tutte le colpe per togliersi dai casini. Una strategia che ha il respiro corto. I residenti del Parco Arcobaleno, giustamente, chiederanno agli amministratori in carica di trovare una soluzione. Si tratta di famiglie per bene che non hanno investito soldi in speculazioni edilizie ma soltanto per avere un tetto per dormire. Che colpe hanno? Allo stesso tempo va detto, ad onor del vero, che la situazione è molto complessa. Farsela cadere addosso senza adoperarsi per cercare una soluzione è la cosa più sbagliata da fare da parte degli amministratori locali. non potranno nemmeno dire: “Ci abbiamo provato”. Un deficit politico indigeribile. Chi si è candidato alla guida della città conosceva benissimo queste problematiche. Santillo è in consiglio comunale da moltissimi anni. Non poteva non sapere. Sia dia da fare, ovviamente nel pieno rispetto della legge. Lo scaricabarile non funzionerà. In ballo c’è la vita di oltre mille persone con l’unica “colpa” di aver comprato casa ad Orta di Atella. L’amministrazione comunale deve esperire tutte le soluzioni possibili. Seguendo, questo è un cardine inamovibile, la stella polare della legalità. Restare con le mani in mano sarebbe un crimine politico. Nessuno lo perdonerebbe.