Un’altra batosta giudiziaria. Dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha decretato l’abbattimento del complesso residenziale dove vive Gianfranco Piccirillo, sindaco ombra e personaggio di spicco della maggioranza (clicca qui), arriva un altro pronunciamento “esplosivo” dei giudici amministrativi. Stavolta nel mirino della magistratura è finito l’Ambito 26 dell’area Pip riservata agli insediamenti produttivi in via Canonico Lampitelli. Riavvolgiamo il nastro. Tra il 2001 e il 2004 la giunta capitanata da Angelo Brancaccio adotta il regolamento per l’assegnazione e la gestione dei lotti della zona Pip. In seguito all’espletamento della procedura ad evidenza pubblica il Comune cede alla M.G. Bagno s.r.l. il lotto 28 dell’Ambito 26 dei Pip con una superficie di 2.513 mq. Nel 2007 la società presenta all’ente locale la domanda di permesso di costruire per la realizzazione di un immobile da adibire ad attività artigianale-commerciale. Nello stesso anno il Comune rilascia la licenza. La M.G. Bagno comunica l’avvenuto inizio dei lavori in data 13 marzo 2008. Ma le opere non prendono il via. Nel giugno 2010 la giunta delibera di “procedere alla revoca con conseguente riassegnazione dei lotti a prezzo congruo ovvero alla rinegoziazione con gli stessi soggetti assegnatari laddove interessati”. Nel dicembre 2010 l’esecutivo esercita il recesso unilaterale dalla convenzione per “riequilibrare il ritardo indotto nello sviluppo del territorio dall’inerzia edificatoria dei privati cessionari”. Un ritardo certificato dai tecnici comunali e dagli agenti della polizia municipale, i quali il 5 ottobre 2011 verificano che: “…l’intera zona è parzialmente coperta da vegetazione spontanea (erbacce) derivante dal totale stato di abbandono in cui versa il lotto (…), comunque da un’attenta esplorazione si è accertato che sull’intero suolo non esiste alcun manufatto, anche a livello di fondazioni visibili, che possa far pensare ad un inizio lavori avvenuto per la costruzione di eventuali edifici, (…) si è rilevata invece sul lato nord, a confine con la zona parcheggio, una parziale fondazione, per una lunghezza di circa m 37, in cemento armato con ferri di armatura emergenti, destinata alla realizzazione della recinzione, tra l’altro non completata (…), inoltre sul lato di confine sud si nota una traccia di solo scavo di inizio lavori di recinzione (…), in riferimento sia alla fondazione parzialmente esistente sia allo scavo si esclude che dette opere siano collegabili alla realizzazione di manufatti attinenti al permesso di costruire”. Da una verifica della licenza edilizia infatti emerge che i manufatti dovevano essere realizzati nella parte centrale del lotto, mentre le fondazioni rilevate sono poste, come detto, a confine del lotto e sono riferibili ad un inizio di lavori (tra l’altro non completati) di recinzione del lotto. La M.G. Bagno impugna dinanzi al Tar Campania le delibera della giunta. Ma i giudici amministrativi danno ragione a Brancaccio e company e rigettano il ricorso. La ditta ricorre al Consiglio di Stato. Anche in questo caso fa un buco nell’acqua. I magistrati ritengono legittima la revoca e la decadenza della concessione deliberata dalla giunta. Gli avvocati del Comune sono due big del Foro: Luigi D’Angiolella e Giuseppe Costanzo, indiscutibilmente tra i migliori legali della Campania. Il duo smonta punto per punto tutti i rilievi della parte avversa. Alla comunicazione di inizio lavori, questo il nucleo centrale, non sono seguite le opere. La M.G. Bagno è condannata anche al pagamento di 6mila euro di spese legali. Fine della fiera? Per nulla. L’Ambito 26 del Pip è composto da 12 lotti, ognuno di circa 3mila mq. Su uno di questi nascerà l’isola ecologica. Spulciando tra i nomi delle altre società assegnatarie di lotti spunta la Da.Nis. Chi sono i titolari? Dario Santillo e Nicola Santillo, zii del sindaco in carica. Ai tempi di Brancaccio hanno messo le mani su un terreno di 3mila mq nella zona Pip. Anche la Da.Nis. non ha avviato avviato i lavori. Tale e quale come la M.G. Bagno. E tale e quale come la ditta “revocata” deve rinegoziare il prezzo dei terreni versando una cifra molto più alta rispetto alla stipula della convenzione. In caso contrario il lotto torna nella disponibilità dell’ente locale. Una bella gatta da pelare per il sindaco Santillo, molto legato agli zii Dario e Nicola. Nella sentenza del Consiglio di Stato si legge: “Non risulta nessun cantiere in corso su nessuno dei 12 lotti, non risulta nessun deposito di materiali di cantiere che possa far pensare a lavori in corso”. C’è poco da cincischiare. La giunta deve intervenire in tempi rapidi. Quanti soldi deve la Da.Nis. al Comune? La ditta vuole rinegoziare il prezzo dei terreni? Forte della decisione dei giudici amministrativi la questione è di facile soluzione. Serve la volontà politica, in particolare quella del primo cittadino. Siamo certi che Santillo non riserverà un trattamento di favore ai propri zii. Ma servono i fatti. Anzi una bella delibera di giunta tra Natale e Capodanno. Che ci vuole! Anche perché la località su cui ricade l’Ambito 26 del Pip si chiama Purgatorio. Sarebbe il caso di non trasformarla in un Inferno.
Mario De Michele