Al processo Open Arms è stato il giorno della difesa di Matteo Salvini. Nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo l’arringa dell’avvocata Giulia Bongiorno che alla fine ha chiesto l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”. In contemporanea, la manifestazione della Lega in piazza Castelnuovo davanti al Politeama. L’ex ministro dell’Interno, oggi vicepremier e ministro delle Infrastrutture, è imputato di sequestro di persona per aver tenuto bloccati 147 migranti sulla nave ong Open Arms nell’agosto del 2019. “Open Arms – ha detto Bongiorno – ha avuto innumerevoli possibilità di fare sbarcare i migranti ma ha opposto innumerevoli, innumerevoli, innumerevoli rifiuti. Ha scelto di bighellonare anziché andare nel suo Stato di bandiera”. Al sit-in di solidarietà per Salvini in centro a Palermo hanno preso parte i ministri leghisti Roberto Calderoli (Affari regionali e Autonomie), Giancarlo Giorgetti (Economia e Finanze), Francesco Valditara (Istruzione e Merito), Alessandra Locatelli (Disabilità). Ma al netto dei dirigenti leghisti, la piazza è rimasta vuota. A Roberta Righi, pm del processo, è stata assegnata la scorta dopo le minacce subite. L’Anm l’ancia l’allarme: “Se si crea intorno al processo un clima di tensione mediatica, gli effetti possono anche essere questi”. Al raduno della Lega a Palermo è arrivato anche il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. “Meglio qui che al tavolo della Finanziaria”, dice con un sorriso stirato appena sceso dall’auto blu. Poi davanti alle telecamere aggiunge: “Sono qui perché all’epoca dei fatti ero al governo con Matteo Salvini. È perché sono della Lega. Ho detto tutto”. E si chiude in un bar. Alla fine, sono accorsi in pochi in piazza Castelnuovo a Palermo per solidarizzare con Matteo Salvini. A parte i suoi colleghi di partito, al sit-in sono presenti più giornalisti che sostenitori del leader della Lega. E nessun alleato del centrodestra è accorso a manifestare solidarietà. Non sono previsti interventi dalla piazza. Da uno dei gazebo allestiti due altoparlanti trasmettono l’arringa dell’avvocata Bongiorno. I deputati sono schierati tra i due altoparlanti, ripetendo soltanto il nome di Salvini: “Matteo, Matteo, Matteo”. “Nell’agosto 2019 il ministro Matteo Salvini non stava combattendo una battaglia contro i migranti, che sono stati tutelati, assistiti, la Guardia costiera è stata in ginocchio. Non esiste il diritto di bighellonare, il diritto di non rispondere agli Stati, il diritto di scegliere come e quando, dove sbarcare. I confini – dice l’avvocata Giulia Bongiorno – non sono strumenti di discriminazione, ma lo scudo della pace, altrimenti un paese piomberebbe nel caos, nella violenza”.