“È una giornata storica per l’Agro aversano e per migliaia di cittadini che per anni hanno pagato a caro prezzo la presenza capillare e spietata della camorra. Con la forza della violenza i clan avevano tarpato le ali alla politica, all’economia al mondo del lavoro e della cultura. Oggi lo Stato e le istituzioni hanno dimostrato che sci sono e sono unite nella lotta con la criminalità organizzata e per il rilancio del territorio”. Marcello De Rosa è al tempo stesso commosso e felice per la firma in Prefettura di Caserta del “Protocollo di legalità in materia di appalti e assegnazioni inerenti beni confiscati alla criminalità organizzata”. A siglarlo il prefetto di Caserta Giuseppe Castaldo, l’assessore regionale alla Sicurezza, Legalità e Immigrazione Mario Morcone, i sindaci Vincenzo Caterino (San Cipriano d’Aversa), Anacleto Colombiano (San Marcellino), Nicolino Federico (Santa Maria La Fossa) e Valerio Di Fraia (Villa Literno).

Prefetto Giuseppe Castaldo e sindaco Marcello De Rosa

In prima linea come sempre il sindaco di Casapesenna Marcello De Rosa, il più strenuo sostenitore di Agrorinasce, dopo la fuoriuscita di importanti Comuni come Casal di Principe. “È stato un percorso complicato”, ha sottolineato il primo cittadino casapesennese, nonché consigliere provinciale. Che ha aggiunto: “Ringrazio i sindaci Caterino, Colombiano, Federico e Di Fraia perché non hanno mai mollato nemmeno di un centimetro, nonostante le mille difficoltà che ci sono state a destra e a manca. In questo difficile percorso abbiamo avuto una guida straordinaria come Gianni Allucci, che ha dato tutto se stesso per il raggiungimento di questo obiettivo. Un grazie particolare va all’assessore Mario Morcone, la nostra ancora di salvataggio. La Regione Campania – ha dichiarato De Rosa – nel momento giusto ha fornito il suo importante contributo. Un ruolo decisivo lo ha svolto la Prefettura di Caserta, di questo ringrazio vivamente sua eccellenza Giuseppe Castaldo, che ci è sempre stato vicino e ci ha dato la forza di andare avanti.  Siamo riusciti a creare una filiera istituzionale per ridare dignità a un territorio per troppi anni nella morsa della criminalità organizzata. Un ringraziamento speciale va alle forze dell’ordine, alla Questura, ai carabinieri e alla Guardia di finanza che non hanno mai lascito soli gli amministratori locali”. Presenti all’iniziativa anche Elena Giordano, Presidente di Agrorinasce scrl, società partecipata dalla Regione e dai 5 predetti enti locali, che cura il recupero, la valorizzazione e la gestione di oltre 150 beni sottratti alla camorra, il prefetto Bruno Corda, direttore dell’Agenzia Nazionale per i Beni confiscati, e il presidente del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere Gabriella Maria Casella. Il nuovo Protocollo di Legalità è volto a rafforzare la prevenzione delle infiltrazioni della criminalità organizzata nel circuito economico che ruota attorno alla valorizzazione dei beni confiscati, rendendo più stringenti i controlli antimafia ed anticorruzione nella realizzazione dei progetti curati da Agrorinasce.

L’assessore regionale Mario Morcone

Tra i progetti promossi anche quello riguardante il complesso agricolo “La Balzana”, situato nel Comune di Santa Maria la Fossa, confiscato a Francesco Schiavone e Francesco Bidognetti. Questo progetto ha un elevato valore simbolico ed economico perché è destinato a diventare un Parco agroalimentare di livello regionale, iniziativa finanziata nell’ambito della strategia nazionale per la valorizzazione dei beni confiscati attraverso le politiche di coesione. “Il Protocollo – ha affermato De Rosa – estende le cautele antimafia sia al di sotto della soglia prevista dalla legge per incarichi, lavori e forniture che nei confronti della cosiddetta “filiera delle imprese”, stabilendo l’applicazione della verifica antimafia a tutti i rapporti inerenti i soggetti che usufruiscono di assegnazioni in uso, a qualunque titolo, anche gratuito, dei beni confiscati, a garanzia delle regole della evidenza pubblica e della trasparenza. Verrà attivato – ha rimarcato il sindaco di Casapesenna – un sistema di controlli sui principali cantieri e una specifica banca dati, per arricchire e migliorare la qualità del patrimonio informativo disponibile. Ad una cabina di regia istituita in Prefettura il compito di monitorare l’attuazione del Protocollo”. Il prefetto Castaldo ha posto l’accento sul riuso socio-economico dei beni confiscati ai clan. “L’impianto del protocollo intende garantire che i meccanismi di restituzione alla collettività dei beni confiscati possano davvero produrre nuove opportunità di sviluppo. Mettere in sicurezza tutta la filiera della confisca non solo assicura la funzione deterrente rispetto ai rischi di infiltrazione mafiosa nell’economia legale ma amplifica il potenziale impatto economico e sociale intrinseco nel riuso dei beni confiscati”. Dal canto suo il prefetto Corda ha assicurato che “l’Agenzia continuerà ad affiancare le amministrazioni locali in ogni iniziativa volta alla migliore valorizzazione dei beni confiscati”. Per il sindaco De Rosa “quella di oggi non è solo una giornata storica, una anche una giornata di festa per il riscatto di un intero territorio per anni avvinghiato nei tentacoli della camorra”.

Mario De Michele

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