«Vado avanti a prescindere e mi ricandido». Vincenzo De Luca tira dritto. Se venerdì la dirigenza nazionale del Pd ha chiaramente detto «no» al terzo mandato, ieri il governatore ha, altrettanto chiaramente, annunciato che si candiderà a prescindere dalle scelte del suo partito. E a un anno di distanza dal voto per le elezioni regionali si apre uno scenario preoccupante per il centrosinistra: quello dei due candidati contrapposti. Uno schema che farebbe gongolare il centrodestra. Dove pure non mancano divisioni e spaccature ma, come insegna lo scenario nazionale, alla fine si trova sempre la strada per andare insieme. A un anno dal voto, invece, c’è un governatore uscente che vorrebbe ricandidarsi ma non è sostenuto dal suo partito. E un Pd che si dice «testardamente unitario» e tenta la strada dell’alleanza con il Movimento 5 Stelle che pure, visti gli attuali rapporti nazionali, è tutta da disegnare. E a rendere ancora più aggrovigliata la vicenda c’è il fattore legislativo: per ottenere il terzo mandato, il governatore ha bisogno di una modifica alla legge elettorale in consiglio regionale. Avrà i voti per farlo? Tutto inizia giovedì quando viene arrestato, con l’accusa di corruzione, il presidente della provincia di Salerno Franco Alfieri, sindaco Pd di Capaccio-Paestum vicinissimo al governatore. Nello stesso giorno viene indagato Giovanni Zannini, consigliere regionale deluchiano (non iscritto ai Dem). Due vicende che imbarazzano il Pd e che spingono i dirigenti campani vicini a Schlein a chiudere ogni porta al terzo mandato. Lo dice chiaramente il commissario regionale del partito Antonio Misiani in un’intervista al Mattino di ieri. E ribadiscono gli stessi concetti anche gli esponenti della segreteria Marco Sarracino e Sandro Ruotolo rispettivamente a Repubblica e al Corriere. Si interrompe, così, la «finta pace» di questi mesi. La comune battaglia sull’autonomia differenziata aveva placato lo scontro fondato sul no al terzo mandato e sul commissariamento del partito che si era aperto sin dall’elezione di Schlein a segretaria. Le vicende delle ultime ore, però, hanno riaperto quelle ferite e spinto i massimi esponenti dell’area Schlein in Campania a ribadire che la posizione della segreteria sul terzo mandato non è cambiata: non se ne parla.
Con la stessa chiarezza ha risposto De Luca. «Non so più come dirlo. Io vado avanti a prescindere, mi ricandido. Chi ci sta ci sta. Chi non ci sta non ci sta. L’importante è che ci stiate voi, perché se questo lavoro si ferma, la Campania precipita», dice nel corso della prima occasione pubblica disponibile, l’incontro a Marcianise con gli imprenditori del distretto orafo campano. I toni di De Luca tornano a essere quelli usati quando presentava il libro «Nonostante il Pd» in giro per l’Italia: «Io vado avanti a prescindere, anche se c’è sempre qualcuno che fa domande sulla base dell’imbecillità di qualche esponente del Pd». Ma per la ricandidatura c’è da superare una difficoltà insieme tecnica e politica. L’ex sindaco di Salerno vuole utilizzare il modello Zaia, governatore veneto che è già riuscito a ottenere il terzo mandato nonostante il limite imposto da una legge nazionale. L’escamotage è quello di approvare una nuova legge elettorale regionale che recepisca il limite dei due mandati ex nunc, “annullando” i due mandati precedenti. La legge elettorale, però, va votata in consiglio regionale. Cosa faranno i consiglieri regionali del Pd dopo la posizione assunta dalla segreteria nazionale? I rapporti con De Luca dei consiglieri Dem non sono più così stretti come qualche anno fa. E qualcuno già inizia a smarcarsi. Insomma, la strada verso il terzo mandato sembra farsi sempre più stretta anche se l’ex sindaco di Salerno ha dimostrato in più occasioni di riuscire a pescare la carta vincente. Basti ricordare che prima del Covid nel Pd c’erano molti dubbi sulla sua ricandidatura e si faceva il nome dell’allora ministro Sergio Costa per seguire l’onda del governo giallo-rosso. Lo stesso nome che è tornato a farsi largo anche in queste ore. Attacca il centrodestra: «I Dem solo adesso si ricordano dei fallimenti di De Luca, fino a ieri si sono girati dall’altra parte», dice il coordinatore regionale della Lega Gianpiero Zinzi. Antonio Iannone, leader regionale Fdi, dà la «solidarietà a Misiani» per «l’insulto di De Luca che lo accusa di essere imbecille». Una solidarietà che «noi non abbiamo mai ricevuto dal suo partito».