Trecentomila. Sono le firme raggiunte in una settimana per la petizione online a sostegno della proposta di legge sul salario minimo, lanciata il 13 agosto scorso da Pd, 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra. Ad annunciare il risultato è la stessa segretaria dem, Elly Schlein: una serie di iniziative sui dossier che vede il Pd schierato in prima linea, dal salario minimo alla sanità pubblica, dal sostegno alle popolazioni colpite dal maltempo ai diritti di donne e migranti. “Abbiamo già raggiunto le trecentomila firme per il salario minimo: ringrazio tutti quelli che le firme le stanno raccogliendo. Dobbiamo andare avanti e insistere perché con la svolta di questi primi mesi abbiamo voluto mettere al centro il lavoro di qualità e il lavoro dignitoso”. Un risultato che la leader dem saluta con entusiasmo per almeno due motivi. Il primo è che le opposizioni hanno mostrato una discreta tenuta su questo dossier, superando le divisioni dei mesi immediatamente successivi al varo del governo Meloni. Per questo la segretaria assicura che “non vedrete mai da parte mia un atteggiamento di chi si mette a fare litigi interni al Pd o litigi con le altre opposizioni”. L’unità delle opposizioni, per Schlein, è un valore da “inseguire e difendere”, come ripete con i suoi. La seconda ragione è che, almeno in termini di risposta da parte dei territori, la battaglia sul salario minimo “sta funzionando bene”, come spiegano fonti di primo piano del partito: “Siamo riusciti a imporre l’agenda politica alla maggioranza e al governo”. E pazienza, viene osservato, se da Palazzo Chigi la palla è stata “buttata in tribuna” con la proposta di coinvolgere il Cnel per formulare eventuali proposte alternative: “Noi e le altre opposizioni andremo avanti per portare la battaglia in Aula”. Da parte sua, Schlein rivendica di aver “costretto il governo a guardare in faccia quei 4.5 milioni di lavoratori poveri anche se un lavoro ce l’hanno”.

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