Ce ne fossero di Matilde Dell’Aversana nelle amministrazioni locali. Luoghi oggi popolati da una fauna politica solo in grado di rovistare tra le briciole, in una mangiatoia rasoterra. Il consigliere comunale di Sant’Arpino ha risposto alla “chiamata alle armi” del professore Giuseppe Limone, intellettuale che fa onore al territorio, nell’esclusivo interesse della collettività. Purtroppo è una mosca bianca. Nel mondo capovolto accade anche questo. Persone appena alfabetizzate che si mescolano con valorosi esponenti della società civile. Ce ne dobbiamo fare una ragione? Mai. Guai ad arrendersi. Bisogna lottare per fare pulizia. Altrimenti i Comuni, enti di prossimità centrali nella nostra Carta costituzionale e nella storia d’Italia, andranno irrimediabilmente a rotoli. Per fortuna Sant’Arpino può contare su Ernesto Di Mattia, un sindaco competente. Che ha dalla sua anche una solida e gloriosa cultura politica, quella del Pci. Il primo cittadino si è rimboccato le maniche e nonostante qualche anatra zoppa della sua giunta sta tirando la carretta. I giovani-vecchi invece li si vede al municipio solo a fine mese, quando è tempo di raccolta dell’indennità di carica. Nel mondo all’incontrario i giovani fanno rimpiangere i vecchi. E i vecchi sono sciabole riposte nei foderi. Così succede che spesso a combattere sono le mezze cartucce. Non bisogna però generalizzare. Non sono tutti uguali. Come direbbe De Gregori “non tutti rubano alla stessa maniera”. Perciò è giusto dare a Dell’Aversana ciò che è di Dell’Aversana. E lasciare brucare nell’orto dell’indecenza i poveracci di una politica politicante. Bravi solo a parole. Nei fatti delinquenti abituali. La prof del Siani si è data da fare, assieme al sindaco Di Mattia e all’assessore Loredana Di Monte, per mettere una toppa alla disastrosa situazione in cui versa l’edificio scolastico di via Mormile. Una pesante eredità del passato che, come i ricorsi storici vichiani, si ripropone ogni anno con il suo carico di problemi. Certo, andrebbe estirpata la radice. Ma finché la Provincia non correrà ai ripari non resta altro da fare che salvaguardare, anche un po’ alla buona, un’eccellenza didattico-formativa della provincia di Caserta e della Campania. Il Siani, grazie al fondamentale contributo della preside Rosaria Barone, nel corso degli anni si è stagliato nel panorama educativo regionale. Non si poteva buttare tutto alle ortiche. Quello è il posto per le mezzecalzette della pseudo-politica. Il cammino è stato tortuoso, includendo anche un periodo di esilio per docenti e allievi, ma alla fine gli esuli sono tornati a casa con la conferma dantesca che è “amaro il pane altrui”. Non perché ad Aversa o a Lusciano non si trovassero bene. Ma perché sarebbe stata una sconfitta per tutti lasciare morire una florida realtà scolastica come la succursale di Sant’Arpino del Siani. Sarebbe stato un crimine. Chi fa chiudere una scuola è capace di compiere qualsiasi delitto. Non è incline a delinquere la prof Matilde Dell’Aversana. Che ha lottato, spalleggiata da Di Mattia, per quel ritorno al passato che mai come in questo caso è un passo verso il futuro.
“Ho sempre creduto che avere una succursale del liceo Siani nel nostro paese – afferma il consigliere di maggioranza – fosse una risorsa per tutti i ragazzi di Sant’Arpino e degli altri paesi atellani. La cultura non è qualcosa che fa parte dell’eredità biologica ma deve essere coltivata nelle istituzioni scolastiche, perché è la cultura che ci permette di affrontare le varie situazioni della vita”. Le parole di Dell’Aversana non sono fatte per le orecchie sorde di politicanti d’accatto. È la docente, prima del consigliere comunale, che parla a cuore aperto. Ed esulta giustamente per una conquista che in un Paese civile dovrebbe essere data per scontato. La civiltà di una nazione si misura dal tasso di istruzione e dai livelli di assistenza sanitaria. Il meridione d’Italia in fatto di istituti scolastici degni di questo nome se non è all’anno zero poco di manca. Per ora un tassello di un grande mosaico è ritornato al suo posto. C’è da festeggiare. Magra consolazione? Può darsi. Ma qui conta il risultato. E l’obiettivo di far ritornare prof e studenti nella loro “casa” di Sant’Arpino è stato centrato. “Insieme all’attuale amministrazione, a quella precedente e all’ufficio tecnico – afferma Matilde Dell’Aversana – abbiamo sempre creduto che avremmo trovato un riscontro al nostro impegno. Il tempo e i sacrifici ci hanno ripagati. Ora finalmente i ragazzi si sono riappropriati di quello che gli appartiene. Un ringraziamento speciale va alla preside professoressa Rosaria Barone che ci ha supportati in ogni istante”. Ce ne fossero di Matilde Dell’Aversana.
Mario De Michele