Questa, sì, che è bella! Una “cosa” memorabile da inserire nella rubrica #succedesoloacesa. A prima vista sembra una barzelletta. Ma non fa ridere. È invece l’ennesima dimostrazione di istituzioni locali “plasmate” a immagine e somiglianza di chi ha ideato un “sistema” di governo talmente pervasivo da non preoccuparsi nemmeno di preservare le apparenze. La sottorubrica si intitola #senzascuorn. I protagonisti di questa puntata sono Piero Cappello e Cesario Villano. Il primo è il responsabile dell’area Lavori pubblici del Comune di Cesa, gravato da un’inchiesta per turbativa d’asta di appalti conferiti quando era dipendente a Calvi Risorta, è stato arrestato e poi scarcerato. Il secondo è un architetto locale, noto in città principalmente per il suo forsennato impegno politico (clicca qui) e per l’attività nel mondo cartolibrario, poi per essere il marito di Maria Teresa Marrandino, dipendente comunale assunta a tempo indeterminato grazie allo scorrimento della graduatoria di un concorso indetto dall’amministrazione. Successivamente Villano si è affermato anche come architetto. Ha incassato un incarico diretto di oltre 73mila euro dal comune di Cesa. Correva l’anno 2021, giorno 28 del mese di luglio (primo link in basso). L’affidamento d’oro gli è stato conferito da Cappello. Sul “perché” dal Cappello sia uscito il nome di Villano per noi umili mortali è questione ai giorni nostri molto dibattuta, ciononostante ancora ignota. Sul “cosa” avrebbe dovuto fare in concreto l’architetto di Cesa lo scenario sembrava più chiaro. Ma in realtà, in seguito a una lettura di tutti gli atti firmati dal responsabile dell’area Lavori pubblici, anche l’incarico in oggetto appare pieno di contraddizioni. Cosa sappiamo del primo affidamento? (poi capirete perché parliamo di primo affidamento). È un affidamento diretto di oltre 73mila euro per il recupero dell’ex Palestra del Fanciullo. Per affidamento diretto si intende un incarico professionale conferito mediante trattativa diretta con un unico operatore economico individuato tramite Mepa, il Mercato economico della pubblica amministrazione.
Cappello sceglie Villano. Perché proprio lui? La domanda non è capziosa. Il nostro architetto è il cugino omonimo di Cesario Villano, all’epoca dell’incarico assessore ai Lavori pubblici, oggi consigliere delegato al ramo. Non solo. Il fortunato architetto alle ultime comunali si è autoproclamato il “13esimo candidato di Nuova Primavera Cesana”, lista capitanata da Enzo Guida, allora candidato sindaco, poi riconfermato. Quindi la domanda è d’obbligo: perché proprio Villano? Azzardiamo una risposta, forse un po’ avventata: perché è bravo. Spetterà a Cappello dimostrarlo. È verrà stabilito in altre sedi, dove prima di parlare il funzionario dovrà recitare la formula di rito: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza”. Attenzione, la falsa testimonianza è punita con la reclusione da due a sei anni.
IL GIOCO DELLE TRA CARTE, VILLANO PERDE MA POI VINCE A TAVOLINO
Ma per ora tralasciamo l’aspetto legale. Tanto la giustizia prima o poi arriva. Qui ci preme riportare testualmente l’oggetto della determina di affidamento del primo incarico: “Riqualificazione area ex Palestra del Fanciullo, Servizio di progettazione definitiva ed esecutiva, CSP, relazione geologica. Affidamento diretto”. CSP è l’acronimo di Coordinatore della sicurezza in fase di progettazione. In pratica, Villano avrebbe dovuto stilare il progetto definitivo ed esecutivo, poi avrebbe dovuto svolgere le mansioni di coordinatore della sicurezza in fase di progettazione e, giusto perché non aveva null’altro da fare, avrebbe dovuto redigere la relazione geologica. Cappello avrà confuso Villano con Superman. Per carità, l’architetto di Cesa non è da buttare, ha il suo “perché”, ma non possiede i poteri da supereroe, quelli sono nell’esclusiva disponibilità di un altro esponente della maggioranza. Insomma, l’ingranaggio si blocca su un punto essenziale: Villano non possiede le competenze professionali per assolvere al ruolo conferitogli. Non è geologo, ad esempio. Come rimediare? Eh. Cappello adotta un’altra determina per annullare in autotutela quella con cui aveva assegnato l’incarico a Villano. Ovviamente la motivazione “ufficiale” riguarda altri aspetti, come le novità normative intercorse dal 2017 ad oggi, che pure sono un’altra faccia della medaglia (lo spiegheremo in un’altra puntata). Sta di fatto che come per magia nera Villano resta senza un euro in mano. Ma il gioco di prestigio è un altro. Nemmeno il battito di un ciglio che Cappello tira fuori dai cassetti comunali 77mila euro e li conferisce all’architetto di Cesa. Con una mano gli toglie 73mila euro, con l’altra gliene dà 77mila per lo stesso incarico. O meglio, per uno meno gravoso. La determina che annulla quella dell’affidamento da 73mila euro è la 983 del 20 ottobre 2023 (secondo link in basso).
Ma è indolore. Con determina immediatamente successiva, la n. 984, stesso giorno, stesso anno, Cappello ri-conferisce l’incarico a Villano che, forse per il disturbo, si vede assegnare oltre 77.5 mila euro (terzo link in basso). Fermi tutti, mani in alto! Qualcosa non torna. Riguardiamo le carte. Nel primo affidamento, poi annullato, Villano offre un misero ribasso del 5% per stilare il progetto definitivo ed esecutivo, per svolgere le mansioni di coordinatore della sicurezza in fase di progettazione e per redigere la relazione geologica. Mentre nel secondo affidamento, quello successivo alla determina di revoca, propone un ribasso ancora più misero, pari al 3%, pur dovendosi occupare soltanto della progettazione esecutiva e del coordinamento della sicurezza. Altri compiti tecnici, come quello geologico, vengono assegnati ad altri due professionisti (quarto link in basso). Per semplificare: Villano perde il primo incarico diretto da 73mila euro, professionalmente più impegnativo, ma ottiene subito un altro incarico diretto da 77mila euro pur essendo più leggero sotto il profilo tecnico. “Sogno o son desto?”, direbbe Cartesio. O più prosaicamente: ma è uno scherzo? Oltre a spiegarci perché sceglie Villano, Cappello non avrebbe dovuto accettare un ribasso inferiore al 5%. E Villano non avrebbe dovuto offrire un ribasso del 3%. Si chiama decenza. #succedesoloacesa #senzascuorn.
Mario De Michele
(continua…)
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