“E’ andata benissimo”, ha detto il leader della Lega Matteo Salvini al termine del vertice dei leader sovranisti a Bruxelles. A Bruxelles Marine Le Pen e i leader che arrivano dalle Fiandre, dal Portogallo, dalla Repubblica ceca. Entrano sorridenti, forti di un risultato elettorale che potrebbe portare il gruppo Identità e Democrazia ad avere oltre settanta eurodeputati, con il possibile rientro dei tedeschi di AfD. L’obiettivo è costruire un fronte unico delle destre e dare una spallata alla maggioranza Ursula. Che si tratti di un gruppo unico o meno con Ecr, al momento è secondario. Anche perché l’ipotesi per ora non entusiasma né i Conservatori né Fratelli d’Italia. Il vertice è preceduto da un faccia a faccia tra Salvini e Le Pen. I due, spiegano fonti della Lega, siglano una sorta di patto, costruito su tre pilastri: “Unità del centrodestra, nessuna apertura a maggioranze con la sinistra, determinazione a cambiare l’Europa”. Poco dopo, nel vertice allargato, lo spartito non cambia. Ursula von der Leyen è il nemico comune. Emmanuel Macron, in un video pubblicato da uno dei partecipanti, diviene perfino oggetto di sfottò. “Grazie Macron, un ottimo avversario”, ridono i convitati. Oltre a Salvini e Le Pen, c’è l’olandese Geert Wilders, trionfatore delle ultime elezioni in Olanda, il ceco Tomio Okamura, l’eurodeputato degli austriaci di Fpo Harald Vilimsky. E poi il presidente di Id Gerolf Annemans, l’astro nascente dei fiamminghi di Vlaams Belang Tom Van Grieken, il danese Morten Messerschmidt, il leader di Chega André Ventura, che prima di entrare all’incontro boccia sonoramente l’ipotesi del suo connazionale Antonio Costa a capo del Consiglio europeo. Nessuno di questi movimenti vuole entrare in una maggioranza per l’Ursula bis. Ed è qui che si nasconde la distanza di Id dai Conservatori e Riformisti. Il gruppo guidato da Giorgia Meloni, riunitosi nel pomeriggio, si sta muovendo con estrema prudenza nel post-Europee. Per il momento, ha incassato l’ingresso di 4 nuove delegazioni (ognuna di un eurodeputato), da Croazia, Lussemburgo, Lettonia e Cipro. Il gruppo conta ora su 77 eletti, due in meno dei Liberali. L’ingresso di Viktor Orban, al pari del gruppo unico con Id, non è argomento su cui c’è il necessario consenso. Se entrasse Fidesz, tanto per fare un esempio, la delegazione ceca guidata dal premier Fiala farebbe i bagagli in direzione Ppe. Il tema di fondo resta uno: essere in una posizione di dialogo con i Popolari e quindi anche con la Commissione che verrà o saltare la barricata nella speranza di avere una Francia guidata da Le Pen. Del resto, la stessa leader del Rassemblement National negli ultimi mesi ha smesso i vestiti della barricadera e ha guidato la cacciata di AfD dopo le affermazioni negazioniste di Maximilian Krah. Eppure, dopo aver a loro volta espulso Krah, l’ultra destra tedesca potrebbe tornare in Id. Al vertice di Bruxelles se ne è parlato, concludendo che è meglio attendere le elezioni in Francia. Certo, i tedeschi contano su 16 eurodeputati. Altri, dal limbo dei non iscritti, potrebbero arrivare presto. Il terzo posto non è solo un obiettivo di Ecr, ma anche del gruppo di Le Pen e Salvini.

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