Il generale Roberto Vannacci sarà sospeso dell’impiego per undici mesi, “con conseguente uguale detrazione di anzianità e dimezzamento dello stipendio”. Confermata dunque la sanzione che era stata applicata a fine febbraio dal ministero della Difesa dopo la pubblicazione del libro ‘Il mondo al contrario’, diventato caso editoriale e trampolino di lancio della carriera politica dell’eurodeputato. È stato respinto il ricorso amministrativo presentato davanti al Tar del Lazio e discusso lo scorso 25 settembre. Non c’è stata quindi nessuna violazione né in sede nazionale che internazionale del diritto di manifestazione del pensiero, ossia la linea di difesa scelta davanti ai giudici amministrativi del legale di Vannacci, l’avvocato Giorgio Carta. “Obiettivo del ricorrente – affermava allora il legale – è la riaffermazione di questo fondamentale diritto dell’uomo, militare e non”. Nel provvedimento con cui il ministero della Difesa aveva sospeso il generale venivano stigmatizzate “le circostanze della pubblicazione del libro ‘Il mondo al contrario’ che avrebbe asseritamente denotato ‘carenza del senso di responsabilità” e determinato una “lesione al principio di neutralità/terzietà della Forza Armata”, “compromettendo il prestigio e la reputazione dell’Amministrazione di appartenenza e ingenerando possibili effetti emulativi dirompenti e divisivi nell’ambito della compagine militare”. “Parliamo di procedimenti partiti mesi fa, che avvengono in modo automatico e che sono totalmente esterni dall’input dell’autorità politica perché partono da un’autorità tecnica”, aveva così commentato la sospensione il titolare della Difesa, Guido Crosetto.

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