
Per spiegare e comprendere il clamoroso salto della quaglia dei consiglieri di finta opposizione che dopo un anno di sceneggiata sono approdati alla corte di Enzo Guida basta ricorrere a Schopenhauer: “Gli uomini mutano sentimenti e comportamento con la stessa rapidità con cui si modificano i loro interessi”. La frase del celebre filosofo tedesco sempre fatta su misura per Raffaele Bencivenga, Ginotto De Angelis, Maria Rosaria Guarino e Maria Oliva, eletti nella lista di minoranza Uniti per Cesa e annessi nella maggioranza del sindaco durante l’ultimo tragicomico civico consesso. Il 30 luglio 2025 rappresenta una data storica per la vita politico-consiliare di Cesa, da segnare con il circoletto rosso di Rino Tommasi. È la prima volta che nell’assise l’opposizione si accorda con la maggioranza con un “patto di consiliatura”, alias con una pastetta. Guida è andato ben oltre il consociativismo. Ha inglobato la minoranza. Ha cancellato il dissenso in aula, divenuta “sorda e grigia” come avrebbe detto il Duce. Ma alle dittature 4.0 non servono i discorsi del bivacco. Utilizzano nuovi strumenti per occupare il potere, per imporre il pensiero unico. Ai giorni nostri non servono le minacce esplicite in stile mussoliniano: “Potevo sprangare il Parlamento e costituire un governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto”. Nei tempi moderni si usa il grimaldello della democrazia per aprire la breccia del controllo assoluto delle istituzioni. Dopo il giorno nero del 30 luglio sarebbe interessante conoscere l’opinione social di chi blatera di potere al popolo autoproclamandosi di sinistra un giorno sì e l’altro pure. Se questa è democrazia allora un piromane può tranquillamente aspirare al comando dei vigili del fuoco oppure Erode sarebbe il preside ideale degli asili comunali.

Il killer del confronto democratico tra maggioranza e opposizione non è soltanto Guida. Il sindaco, geneticamente propenso “all’occupazione militare” di tutto, ha fatto il suo gioco. Ha calato sul tavolo la carta dell’annessione trovando terreno fertile nella minoranza. I principali assassini della democrazia istituzionale sono Raffaele Bencivenga, Ginotto De Angelis, Maria Rosaria Guarino e Maria Oliva, coloro i quali, dopo aver scalzato, grazie al sindaco, Ernesto Ferrante, Carmine Alma, Amelia Bortone e Paola Verde, hanno tradito il mandato elettorale. Le regole democratiche sono semplici: chi vince governa, chi perde controlla l’attività amministrativa della maggioranza. Farsi annettere, accordarsi significa andare contro quella parte del popolo che si aspettava e meritava una minoranza vigile e incorruttibile. La Caporetto dell’opposizione era nell’aria da molto tempo. Mentre Ferrante, Alma, Bortone e Verde hanno sempre battagliato contro la coalizione di Guida, con l’ingresso in assise di Bencivenga, De Angelis, Guarino e Oliva la musica è cambiata. In peggio. Guida e Bencivenga hanno flirtato fin da subito. I consiglieri di minoranza hanno lasciato campo libero al team di governo. Di fatto erano organici alla maggioranza.
E ieri l’ammucchiata si è spostata dai social all’aula consiliare. “Il sindaco – si legge nella nota pubblicata sulla pagine Fb del Comune di Cesa – ha lanciato l’idea di un patto di fine consiliatura, per stilare, insieme a tutti i consiglieri di maggioranza e minoranza l’elenco delle priorità da portare a termine”. Da parte del consigliere Raffaele Bencivenga, a nome del gruppo di minoranza, – recita un altro passo del comunicato – è arrivato il parere positivo sulla proposta del primo cittadino. In ragione di questa proposta ha rimarcato Guida – sono disponibile anche a rivedere i carichi di lavori e le deleghe per raggiungere gli obiettivi”. Che pagliacciata. Che presa per i fondelli dei cittadini. Era già tutto previsto. Era già tutto concordato. Era già tutto fatto nelle secret rooms. Eppure, meno di 5 anni fa, Bencivenga lanciava dal palco accuse pesantissime all’indirizzo della coalizione di governo: “La maggioranza di Guida è diventata una cricca di amici e parenti”. E poi: “Le associazioni locali, come la Pro loco e la Protezione civile, devono essere libere”. Ancora: “Votare per Uniti per Cesa e per Ernesto Ferrante significa ridare alle istituzioni e alla politica di Cesa la dignità che manca”. Per finire: “Siete il nulla politico e pochezza come uomini” (video in basso con i link di alcuni articoli). Parole al veleno inequivocabili. Come fa Bencivenga a rimangiarsi tutto? E perché lo fa? O mentiva allora o mente ora, non si scappa. In ogni caso è un bugiardo. Se era vero, come lui stesso ha dichiarato, che “la maggioranza di Guida è diventata una cricca di amici e parenti”, ora con l’appoggio ufficiale dell’opposizione la famiglia si è allargata e con essa anche la “cricca di amici e parenti”. È una conseguenza logica prima che politica.

Che si tratti di un’ammucchiata finalizzata all’occupazione del potere è confermato anche dalla (non) considerazione che ha sempre nutrito Guida nei confronti di Bencivenga. Senza peli sulla lingua e in pubblico (ci sono decine, centinaia di testimoni oculari) il sindaco dispensava quotidianamente “apprezzamenti” del tipo: “Quello è un ciuccio che non capisce niente, vale meno di zero sia come avvocato che come amministratore, non sa nemmeno leggere le carte e non sa di cosa parla”. Il rosario delle frasi dispregiative è lunghissimo. Ed è noto a gran parte dei cittadini e allo stesso Bencivenga. Se il neo consigliere di maggioranza ha coraggio di smentire verrebbe sbugiardato da testimoni e audio. Per non fare un’ulteriore figuraccia farebbe meglio a starsene in silenzio. “A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio”, direbbe Oscar Wilde. Peraltro c’è poco da dire. Il 30 luglio 2025 resterà negli annali amministrativi di Cesa come una pagina buia. Uno sfregio indelebile a quella che chiamano democrazia.
Mario De Michele
IL VIDEO CON LE ACCUSE DI BENCIVENGA A GUIDA
ALCUNI ARTICOLI CONTRO GUIDA












