Undici settembre, i giorni che cambiarono la storia. Sì, i giorni. Poiché sono stati almeno due i giorni datati ’11 settembre’ che hanno cambiato il corso della storia, e non soltanto negli Stati Uniti ed in Cile. Vent’anni fa l’attacco contro le Torri e contro l’Occidente, 51 anni fa un colpo di Stato che sovvertì l’ordine democratico in Cile, con la morte del presidente democraticamente eletto Salvador Allende. Sono, dunque, trascorsi 20 anni da quando le due torri del World Trade Center furono colpite, così come il Pentagono con il volo 93 che precipitò non lasciando scampo agli eroici passeggeri che decisero di ribellarsi ai terroristi: oltre tremila morti. Il presidente Joe Biden ha lanciato un appello all’unità, ma sarebbe forse il caso che l’Occidente trovasse, finalmente, più motivi per proseguire unito e compatto che per litigare. Difendendo con la compattezza i propri, universali, valori. Sarebbe importante anche non dimenticarsene mai! Come qualche volta pure è accaduto. Cile, 11 settembre 1973, le forze armate entrano con la prepotenza nel palazzo presidenziale, il presidente Salvador Allende, democraticamente in carica non molla, sceglie la morte piuttosto che darla vinta a quei golpisti che la democrazia intendono calpestarla. Ci riusciranno: con il generale Augusto Pinochet al potere iniziano anni di durissima dittatura, con migliaia di morti, deportati e dispersi. Con il benestare anche di qualche Paese che la democrazia dice di volerla difendere. Ed anche di volerla esportare! Ma certo non è un bell’esempio voltarsi dall’altra parte rispetto a quanto accade nell’Afghanistan o favorire l’arrivo dei carri armati nelle strade di una Capitale andata al voto soltanto tre anni prima.

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