Un anno fa il Medio Oriente tornava a esplodere come non accadeva da anni. Ed è per commemorare l’attacco di Hamas che in Israele questa mattina sono iniziate le celebrazioni per ricordare le vittime e gli ostaggi che sono ancora trattenuti nella Striscia di Gaza. Nel luogo del festival Nova a Reim, dove sono state uccise almeno 370 persone, la comunità ha tenuto un minuto di silenzio alle ore 6,29 (5,29 in Italia), ora in cui Hamas aveva dato il via alla sua aggressione nel sud del Paese. Il Presidente israeliano, Isaac Herzog, ha preso parte alla cerimonia insieme alle famiglie delle vittime. Le famiglie e i sostenitori dei prigionieri israeliani tenuti a Gaza si sono, invece, radunati fuori dalla residenza privata di Benjamin Netanyahu:la folla è rimasta immobile mentre una sirena ha suonato alle 6.29 ora locale. Le Idf hanno invitato i residenti della Striscia di Gaza settentrionale (Beit Hanoun, Jabaliya e Beit Lahiya) a evacuare nella zona umanitaria designata, nel sud della Striscia. Ieri le forze israeliano hanno dichiarato che avrebbe ampliato le dimensioni della zona in vista del piano di operare nel nord di Gaza ed evacuare tutti i civili da lì. La Salah a-Din sarà aperta come corridoio umanitario tra le 8:00 e le 17:00 di oggi, per consentire ai civili di fuggire: Tel Aviv ritiene che decine di migliaia di palestinesi si trovino ancora nel nord di Gaza, tra cui migliaia di terroristi sopravvissuti alle precedenti operazioni. Pochi minuti dopo l’inizio delle celebrazioni, quattro razzi sono stati lanciati dalla Striscia di Gaza verso sud: tre sono stati intercettati dalle difese aeree, mentre il quarto ha colpito un’area aperta. Poco prima del lancio dei razzi, le Idf avevano dichiarato di aver effettuato attacchi contro siti di Hamas a Gaza. Più tardi, Netanyahu terrà un discorso alla nazione: altri momenti di preghiera e commemorazione sono previsti a Tel-Aviv e a Nir Oz, un kibbutz di cui una trentina di persone sono state uccise e più di settanta prese in ostaggio. Il Times of Israel, citando l’esercito israeliano, ha aggiunto che gli attacchi israeliani sono avvenuti poco prima delle 6:30 del mattino ora locale, l’ora in cui i terroristi di Hamas lanciarono il attacco a sorpresa.
Le sirene sono tornate a suonare ancora in alcune zone di Tel Aviv, nonché a Holon, Rishon Lezion, Bat Yam e altre città del centro. Le Idf confermano che sono stati lanciati diversi razzi da Gaza, ma affermano che ulteriori dettagli sono in fase di accertamento. Secondo quanto riferito dai medici, due persone sono rimaste leggermente ferite in seguito all’impatto di un razzo di Hamas nel centro di Israele. Il servizio ambulanze Magen David Adom afferma che due donne trentenni sono state colpite da schegge e sono in buone condizioni. Sono state trasportate all’ospedale Asaf Harofeh: secondo le Idf, nell’attacco sono stati lanciati cinque razzi da Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale.
Questa mattina giunge anche la notizia delle sorti di Idan Shtivi, 28 anni, che si credeva tenuto in ostaggio da Hamas: il giovane è stato assassinato il 7 ottobre al festival musicale Nova di Reim e il suo corpo è trattenuto tuttora a Gaza. Shtiviera in auto con due amici, Lior e Yulia, ma fu bloccato dai terroristi sulla strada che andava a nord, finendo fuori strada. L’ultima volta che è stato visto è stato in quel luogo: l’auto è stata ritrovata in seguito, piena di fori di proiettile e sangue. Sono stati trovati i corpi dei suoi amici. A oggi si ritiene che 97 dei 251 ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre siano ancora a Gaza, compresi i corpi di almeno 33 persone la cui morte è stata confermata dall’esercito israeliano.
Ma il 7 ottobre resta una giornata pregna di valenze simboliche per il Medio Oriente, ed è il giorno in cui tutto potrebbe accadere come in un macabro compleanno. Hezbollah ha dichiarato di aver lanciato una serie di razzi contro la città israeliana di Karmiel, nel nord di Israele, alle 6.55 di questa mattina, ora locale. Secondo i media israeliani, l’attacco ha fatto suonare le sirene lì e in altre comunità della regione dell’Alta Galilea. Gli ultimi lanci seguono una raffica di razzi di Hezbollah, lanciata domenica sera tardi, che ha ferito almeno 10 persone ad Haifa e un’altra nella città settentrionale di Tiberiade. Le Forze di Difesa israeliane hanno annunciato che la 91ma Divisione regionale “Galilea” ha iniziato ieri sera le operazioni di terra nel Libano meridionale, unendosi ad altre due divisioni che già operano sul posto contro Hezbollah. “In Medioriente non c’è posto per Israele che era e rimarrà una ghiandola cancerosa aggressiva e mortale che deve essere rimossa, anche se ci vorrà molto tempo”, scrivono i proxy dell’Iran in un comunicato diffuso per celebrare un anno dall’operazione di Hamas. Il movimento libanese ha accusato poi “gli Stati Uniti e i suoi alleati e strumenti” di essere complici “di questa occupazione nella sua aggressione e nei suoi crimini contro i popoli palestinese e libanese e contro i popoli della regione”.
Nuova esplosione in Danimarca
Una nuova esplosione è avvenuta nei pressi dell’ambasciata israeliana in Danimarca, a circa 500 metri dalla sede diplomatica, cinque giorni dopo due esplosioni avvenute nei pressi dell’edificio, per le quali sono stati arrestati due cittadini svedesi. “Stiamo ovviamente esaminando se potrebbe esserci un collegamento con il (precedente) incidente all’ambasciata israeliana”, ha detto ai giornalisti l’ispettrice di polizia di Copenaghen Trine Moller. Una fonte israeliana ha dichiarato al Times of Israel che l’esplosione avvenuta oggi è stata probabilmente causata da una granata stordente. La fonte aggiunge che l’oggetto è stato lanciato nei pressi della residenza di un membro della comunità ebraica e non presso l’ambasciata stessa.
Tensioni in Cisgiordania
Le forze israeliane avrebbero preso d’assalto, questa mattina, anche la città di Jenin, in Cisgiordania. Lo riporta l’agenzia palestinese Wafa. Diversi veicoli militari, accompagnati da bulldozer, avrebbero attaccato la città dirigendosi verso i quartieri orientali di Halima Al-Saadia e di Bayader: le forze israeliane avrebbero circondato l’ospedale governativo di Jenin e chiuso le strade dirette verso lo stesso. Secondo l’esercito, il raid aveva come obiettivo un comandante di alto rango di Hamas, Zahi Yaser Abd al-Razeq Oufi, che stava pianificando un attacco terroristico su vasta scala nell’anniversario del massacro. Secondo l’Idf, almeno 12 delle persone uccise nell’attacco sono state erano membri di Hamas e della Jihad islamica palestinese.