Allerta Fbi e Dipartimento per la sicurezza interna per possibili minacce alla sicurezza o violenze in vista del 7 ottobre, quando sarà passato un anno dall’attacco di Hamas in Israele. L’anniversario, è la valutazione nel contesto del conflitto in corso, potrebbe essere «un fattore motivante per estremisti violenti o autori di crimini d’odio a commettere atti di violenza o minacciare la sicurezza pubblica». Il leader delle Brigate al-Qassam, il braccio armato di Hamas, Sayyed Attaullah Ali, è morto in un attacco israeliano in Libano: lo rende noto lo stesso movimento islamista palestinese, citata dai media locali. «Ali e tre membri della sua famiglia» sono stati uccisi da «un bombardamento sulla loro casa nel campo profughi di Dawi a Tripoli, nel nord del Libano», afferma Hamas su Telegram. L’esercito israeliano ha reso noto di aver colpito poco fa in un raid aereo «terroristi che operavano all’interno di un centro di comando e controllo nella Striscia di Gaza» situato «in un complesso che in precedenza fungeva da scuola, la ‘Ahmad al-Kurd’, nell’area della Striscia di Gaza centrale». L’Idf assicura di aver adottato «prima dell’attacco numerose misure per ridurre il rischio di danneggiare i civili» e accusa Hamas di «abuso sistematico delle infrastrutture civili». Nella mattinata, nonostante sia Shabbat, si sono tenuti al ministero della Difesa a Tel Aviv colloqui con rappresentanti di Paesi alleati di Israele al fine di coordinare l’azione contro Teheran. Alle riunioni hanno preso parte alti funzionari dell’esercito. Ynet riferisce che l’Idf abbia detto che «non si può ignorare ciò che ha fatto l’Iran». In precedenza, funzionari americani in una conversazione con il media israeliano hanno stimato che l’attacco israeliano all’Iran sia «imminente». Intanto sta arrivando in Israele il capo del Comando militare centrale Usa, generale Michael Kurilla.
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