Tutto conduce alla procura del tribunale Napoli Nord. Prima l’opzione dell’affidamento diretto. Poi il dietrofront con virata sul Mercato elettronico della pubblica amministrazione. E infine l’enorme ritardo per assegnare l’incarico di assistente al responsabile unico del procedimento. Il caso Fausto Ibello presenta tutti i “crismi” per un approfondito vaglio della magistratura. E non è affatto escluso, anzi è probabile, che uno o più esposti siano già approdati sulla scrivania dei pm per eventuali rilievi penali. Che la vicenda finisse male non sorprende più di tanto. C’è di mezzo Alfonso Oliva, ormai noto per le sue doti di Re Mida all’incontrario. In un anno di gestione targata Franco Matacena il vicesindaco si è distinto per incapacità amministrativa e per la sponsorizzazione di eventi e nomi sbarcati puntualmente sulle cronache dei giornali o al centro di asperrime polemiche con l’opposizione. Oliva ha raggiunto l’acme dei suoi disastri in occasione del Natale ad Aversa. Sono miseramente saltate le due iniziative principali: gli addobbi dell’Arco dell’Annunziata furono rimossi dopo l’intimazione della Soprintendenza di Caserta, il Capodanno in piazza Municipio si rivelò un miraggio impresso sulla locandina della kermesse e mai realizzato.

Alfonso Oliva e Fausto Ibello

LO SPONSOR POLITICO DI IBELLO – Nel caso Ibello c’è lo zampino del Re Mida all’incontrario Oliva. L’avvocato, di fatto assistente al Rup in pectore, è un suo accanitissimo sostenitore, “parte integrante della lista Aversa Italia”, come lui stesso si definisce sui social (foto in basso). Tutti sanno e possono testimoniarlo che il suo nome è stato fatto da Oliva alla dirigente del settore Urbanistica Danila D’Angelo. Ibello è stato presentato come un avvocato di grido, come un professionista competente e integerrimo. È in prima fila per l’incarico diretto da 5mila euro di assistente al Rup con il compito di occuparsi del riconoscimento e delle liquidazioni dei debiti fuori bilancio. Settore “sensibile”. Un “sì” o un “no” alle richieste dei privati sposta voti, crea consenso. Inutile dire chi ne avrebbe beneficiato. Ma a un certo punto la dirigente D’Angelo cambia idea sul metodo di affidamento dell’incarico. Non più quello diretto, ma quello attraverso il Mepa. Come mai? Il nome di Ibello esce sui giornali e l’opposizione raddrizza le antenne. Se ne parla diffusamente perché è notorio lo strettissimo legame personale e politico tra l’avvocato e il vicesindaco Oliva. Nel frattempo si viene a sapere che Ibello è stato coinvolto in un’inchiesta sulle truffe alle assicurazioni. E se l’è cavata con la prescrizione (link in basso).

Danila D’Angelo

IL DIETROFRONT DELLA DIRIGENTE – Se da un lato è comprensibile il cambio di rotta della D’Angelo, dall’altro lascia perplessi lo stop and go della dirigente. Rientra nelle sue prerogative procedere agli affidamenti diretti ai professionisti. Per i più maliziosi il suo passo indietro dimostrerebbe che nella fase iniziale dell’iter tecnico, non ancora messa nero su bianco, ci siano state possibili ingerenze politiche. Una sorta di pressioni per assegnare a Ibello l’incarico. Se fosse vero sarebbe decisamente “contra legem” per il principio, scolpito nel Tuel, della separazione tra l’indirizzo politico, che spetta agli amministratori locali, e l’attività gestionale, che rientra nella sfera di competenza dei funzionari pubblici. Su questo aspetto normativo cruciale si basano gli esposti probabilmente inviati alla procura.

Alfonso Oliva e Franco Matacena

LA STRANA PEC INVIATA IN ANTICIPO – Sul piano amministrativo c’è da cerchiare con il circoletto rosso un altro punto, tutt’altro che secondario. Lo scorso 16 maggio Oliva, nella veste di assessore al Patrimonio, ha proposto all’esecutivo di approvare con i poteri del consiglio comunale, caso eccezionale, una variazione di bilancio che tra l’altro conteneva la copertura finanziaria dei 5mila euro destinati all’assistente al Rup. Nella delibera si rimarcava l’urgenza per non inficiare il piano di riequilibrio inviato alla Corte dei Conti. Ma il richiamo “all’urgenza” resta sulla carta, perché l’assise ratifica l’atto deliberativo soltanto allo scadere dei 60 giorni utili previsti dalla legge. Che urgenza c’era se la delibera non è stata approvata in tempi rapidi dal consiglio comunale? Intanto sorge un altro problema. Sembra che Ibello fosse incompatibile perché curerebbe diverse pratiche per conto di privati in contenzioso con il comune di Aversa. A quanto ci risulta, per aggirare l’ostacolo il legale invia una Pec all’ente in cui dichiara di non essere incompatibile o in ogni caso di essere pronto a rinunciare ai procedimenti in atto contro il comune. Perché Ibello invia la Pec? Chi lo ha informato della sua possibile incompatibilità? E soprattutto: come mai la mail viene inviata poco prima della decisione della dirigente del settore urbanistico Danila D’Angelo di accantonare l’affidamento diretto per optare per la selezione tramite il Mepa? Altro materiale per i pm.

Il municipio di Aversa

I MANCATI OBIETTIVI TECNICO-AMMINISTRATIVI – Ma torniamo all’ambito amministrativo. Il piano integrato di attività e organizzazione varato di recente dall’esecutivo Matacena prevede il raggiungimento di alcuni obiettivi, tra cui il riconoscimento e la liquidazione dei debiti fuori bilanci. Nella delibera sono indicate anche le date per centrare gli obiettivi prefissati: il 31 luglio 2025, il 30 settembre 2025 e il 31 dicembre 2025. Quasi certamente la prima scadenza non è stata rispettata per il mancato incarico dell’assistente al Rup. Le altre due sono fortemente a rischio. Conclusione. Per trasparenza amministrativa qualcuno spieghi ai cittadini perché l’affidamento non è stato ancora conferito nonostante l’urgenza e se ci sono state ingerenze politiche all’avvio della procedura. Sul piano penale ci penserà la procura di Napoli Nord.

P.S. Per fortuna il segretario generale del comune è Emanuela De Chiara. La sua supervisione è una garanzia per l’ente e per tutti gli aversani. Un baluardo della legalità. A proposito, consigliamo di desistere a quella fetta della maggioranza che vorrebbe sbarazzarsi di De Chiara perché sarebbe “troppo rigida”. Il segretario generale non è “troppo rigido”. Fa semplicemente rispettare la legge. In una città normale dovrebbe essere un pregio.

Mario De Michele

I POST ELETTORALI DI FAUSTO IBELLO

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