Immaginate un “semplice” cittadino che partecipa a una riunione ufficiale di un tavolo istituzionale composto da 9 Comuni. Ipotizzate che il soggetto in questione, pur non avendo alcun titolo, non condivida le scelte dell’amministrazione che, sulla carta, sostiene e intervenga a gamba tesa per mandare a casa il “suo” sindaco. Ed ecco che vedrete avverarsi il detto: “La realtà supera la fantasia”. La vicenda, in perfetto stile beckettiano, vede come attore protagonista Marco Villano, già consigliere comunale d’opposizione (blanda) e dirigente di spicco del Pd di Aversa (il partito sta nelle sue mani e in quelle del segretario Francesco Gatto). La storia, gravissima non solo sotto il profilo politico, è da teatro dell’assurdo. Il primo atto è andato in scena stamattina nell’aula consiliare normanna, quando si è riunito il coordinamento dell’Ambito socio-sanitario C6, composto da Aversa (capofila), Carinaro, Casaluce, Cesa, Gricignano, Orta di Atella, Sant’Arpino, Succivo e Teverola. All’ordine del giorno questioni di primaria importanza per l’erogazione di servizi essenziali ai cittadini. Eppure alcuni amministratori locali e Villano, braccio destro di Stefano Graziano (non eletto in consiglio regionale nonostante i quasi 18mila voti incassati), hanno pensato a tutt’altro che agli interessi della collettività. Si sono impantanati sul bando per la nomina del coordinatore dell’Ambito.  E hanno fatto saltare l’importante incontro. Cose da pazzi? No, solite cose da politicanti. Già da tempo l’avviso pubblico per indicare il capo organizzativo del C6 era stato contestato dal Comune di Cesa.

Rilievi ribaditi stamattina dal sindaco Enzo Guida, ai quali ha puntualmente risposto, normativa alla mano, il coordinatore pro tempore dell’Ambito Gemma Accardo. La dirigente del Comune di Aversa ha rimarcato che tutto è stato fatto seguendo le disposizioni in materia e che qualsiasi ingerenza degli amministratori sarebbe contra legem. Posizione sposata in toto dagli assessori Ciro Tarantino e Salvatore Lettera, rispettivamente delegati della città normanna e di Sant’Arpino. Il sindaco di Cesa ha sbattuto il pugno sul tavolo e non si è spostato di un millimetro. Quando i decibel sono saliti al massimo Guida ha invitato i colleghi ad abbandonare la riunione. Si sono alzati tutti tranne che i delegati di Aversa e Sant’Arpino. A quel punto Tarantino e Lettera hanno firmato il verbale. Fine primo atto. Cala il sipario. Marco Villano è il mattatore assoluto del secondo atto. Parla con sindaco di Aversa Alfonso Golia, nel frattempo giunto al municipio, e gli chiede di “apparare” con Guida. Immediato il niet del primo cittadino normanno. Che rimarca come l’ente seguirà per filo e per segno i dettami della normativa. Villano non ci sta. Lo avverte: ti assumerai le conseguenze di questa tua decisione.

Per il Mangiafuoco del Pd come “conseguenze” ci sarebbe stato il defenestramento ad horas di Golia. L’ex consigliere dem infatti non ha perso un attimo. Giro di telefonate e di incontri per sfiduciare il sindaco già nel consiglio comunale di domani (28 novembre, la seconda convocazione è fissata per il 30). Pur di cacciare Golia sono stati lanciati ponti anche ai ribelli che fanno riferimento a Gennaro Oliviero. Il presidente del parlamentino campano si è tirato subito fuori dai giochi di palazzo. E in effetti sarebbe un suicidio. Silurare il sindaco in piena emergenza Covid perché non ingerisce in atti spettanti ai dirigenti sarebbe da irresponsabili e da imbecilli. In un anno e mezzo Golia ha fallito su tutti i fronti. Cacciarlo su una questione di legalità lo renderebbe un martire rimettendolo in gioco alle prossime comunali. Staremo a vedere che faranno i seguaci di Oliviero. Sul versante del gruppo De Luca Presidente per il consigliere regionale Giovanni Zannini sarebbe folle schierare il suo tris in assise contro Golia per fare il gioco di Villano.

Per non parlare del pentastellato Roberto Romano. Persona seria non abituata alle trappole a tradimento. Insomma, se prevarrà il buonsenso l’amministrazione comunale di Aversa supererà l’ennesimo scoglio in assise. In ogni caso il sindaco non si è fatto intimidire dalle “minacce” politiche di Mangiafuoco. Non transige. Per lui l’iter del bando per la carica di coordinatore dell’Ambito C6 è regolare, in quanto il dirigente preposto ha seguito tutti i passaggi previsti dalla legge. Il terzo atto è si è svolto nel tardo pomeriggio al momento in cui scriviamo. Al municipio si sta svolgendo un vertice. Sull’esito dello psicodramma non ci sbilanciamo. Siamo certi, lo diciamo noi che da tempo lo bacchettiamo per l’immobilismo amministrativo, che Golia non scenderà a compromessi. Dura lex, sed lex.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui