di Mario De Michele
I ritardi sul Pnrr. “Non è colpa del governo, si è insediato da 6 mesi”. La situazione economica non migliora. “Il centrodestra è in carica da poco tempo, i risultati si vedranno presto”. L’infrazione si mangia il reddito delle famiglie. “Dipende dalla congiuntura internazionale”. E potremmo continuare all’infinito con l’elenco degli alibi della maggioranza. Ma il piagnisteo si tramuta in entusiasmo incontenibile quando si tratta di commentare l’affluenza di visitatori nei musei durante le feste pasquali: “Tutto merito del ministro Gennaro Sangiuliano”. Più che Pasqua sembra Carnevale. Quali sarebbero i meriti del titolare del dicastero della Cultura? Meno di zero. Gli unici provvedimenti messi in campo da Sangiuliano sono i suoi tour turistici in giro per l’Italia, in particolare in Campania, sua terra natia. Fino ad oggi nessuno nell’universo mondo si è accorto che il governo può contare anche sul Ministero della Cultura. Sangiuliano è meno palpabile dell’aria. L’unica aria percettibile è quella fritta, condita da proclami, slogan e chiacchiere. Molti esponenti di Fratelli d’Italia hanno festeggiato, suscitando ilarità e sconcerto, per il boom di turisti. “C’è tanto ottimismo – ha osservato ad esempio con irrefrenabile giubilo Gimmi Cangiano, deputato del partito della Meloni – anche da parte degli operatori e degli addetti ai lavori, con cui il ministro ha personalmente interloquito in questi giorni per rendere indimenticabile l’esperienza dei visitatori”. Sic! Domanda: in concreto, oltre a conversare piacevolmente con gli operatori del settore, quali misure ha adottato Sangiuliano? Nada de nada. Non si capisce cosa ci sia da esultare. Davvero. Nel comparto culturale l’attuale ministro spicca per incapacità di programmazione e per un incolmabile deficit di “visione” ad ampio spettro. Più che un rappresentante del governo sembra un funzionario fannullone. Nei primi mesi di mandato molto meglio di Sangiuliano, impresa facile del resto, hanno fatto gli ultimi ministri della Cultura come Dario Franceschini, Alberto Bonisoli, Massimo Bray, Lorenzo Ornaghi, Giancarlo Galan, Sandro Bondi e Francesco Rutelli. Il ministro di Fratelli d’Italia brilla per immobilismo. Anche una lumaca cammina a passo più spedito. Ricorda la freccia di Zenone che dopo essere stata scoccata è sempre ferma. Altro che esultanza. Bisognerebbe chiedere un suo passo indietro. Perché Gennaro Sangiuliano, esperto di chiacchiere da buvette di Camera e Senato, ha dimostrato finora di non essere per niente all’altezza. In tutti i sensi.

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