C’è voluta ancora una volta una campagna di informazione di Campania Notizie per far svegliare dal letargo il gruppo consiliare Uniti per Cesa. A sei mesi dall’insediamento della nuova amministrazione gli esponenti dell’opposizione hanno interrotto il loro sonno profondo solo in seguito alle denunce a mezzo stampa pubblicate dal nostro portale. Il primo risveglio, purtroppo inutile visto l’epilogo, si è registrato in merito al caso che abbiamo sollevato sui tre concorsi indetti dall’Ambito socio-sanitario C6. La minoranza presentò un’interrogazione in consiglio, ma l’esito fu disastroso. Il relatore Ernesto Ferrante sembrava un cancelliere che leggeva i verbali agli astanti. Nessuna domanda sul merito della questione. Una su tutte: c’è qualche amministratore di Cesa in conflitto di interessi? Zero. Nemmeno quella. Insomma, per il sindaco Enzo Guida fu una passeggiata di salute annichilire il suo avversario alle comunali con frecciatine e lezioncine di diritto amministrativo. La seconda uscita dal letargo, con un’altra interrogazione (in basso), è stata provocata da un altro caso posto da Campania Notizie all’attenzione dei lettori: il contributo di ben 25mila euro erogato dal Comune alla parrocchia per lavori di ristrutturazione. Una decisione adottata in giunta il 29 dicembre 2020. La somma è stata liquidata interamente lo scorso 25 gennaio con una determina del responsabile dell’area amministrativa Generoso Marrandino. Come sempre abbiamo corredato i nostri articoli (il primo è del 15 marzo) con atti e documenti ufficiali. E soprattutto, ci siamo soffermati sul cuore del problema.
Come è possibile che Guida e company abbiamo concesso un contributo per opere che non possono essere realizzate in quanto manca sia la Segnalazione di inizio attività che l’autorizzazione della Soprintendenza? A quanto ci risulta il parroco Giuseppe Schiavone nella sua richiesta ha allegato solo il computo metrico dei lavori. E come mai, ci siamo chiesti, il funzionario ha liquidato la somma di 25mila euro nonostante la richiesta di contributo fosse carente di due requisiti essenziali? Ecco, questi sono i punti da chiarire di un provvedimento che fa acqua da tutte le parti. Invece, tanto per non cambiare, il gruppo Uniti per Cesa, anche su una questione lapalissiana ha inizialmente preso fischi per fiaschi. Lo scorso 12 gennaio Ferrante, Carmine Alma, Amelia Bortone e Maria Verde si limitavano, come si legge nella loro interrogazione, a fare richiesta di accesso agli atti soltanto in merito al computo metrico presentato da don Schiavone, facendo rilevare che emergevano delle divergenze rispetto a quanto riportato nella delibera di giunta. Come al solito i loro occhi erano rivolti al dito e non alla luna. L’inghippo non sta nel computo metrico. Che peraltro è di competenza del richiedente, il quale si assume la responsabilità di ciò che presenta agli atti (clicca qui). Abbiamo inoltre la forte sensazione che la presunta divergenza di cui parlano i consiglieri di opposizione faccia riferimento al totale dei costi dell’intervento. Nel computo metrico ammontano a 65mila euro, nella delibera vengono indicati in 80mila euro. Ma l’arcano (è tale solo per la minoranza) è presto svelato. La quantificazione dei costi presentata dal parroco è priva di Iva. Se a 65mila euro aggiungete il 22% di imposta sul valore aggiunto si arriva alla somma di 80mila euro. Ci arriverebbe anche il ragionier Fantozzi. Per fortuna Ferrante, Alma, Bortone e Verde hanno iniziato a osservare la luna quando Campania Notizie l’ha messa ben in vista con due articoli nel giro di pochi giorni (clicca qui per il primo, clicca qui per il secondo).
Non a caso, mentre nella richiesta di accesso agli atti avanzata il 12 gennaio si fa cenno soltanto al computo metrico, nell’interrogazione presentata ieri (25 marzo) si va finalmente al nocciolo della questione. Il gruppo Uniti per Cesa infatti chiede di sapere se è stata presentata la Scia e se c’è l’autorizzazione della Soprintendenza. Per carità, meglio tardi che mai. Però di questo passo dovranno pagare i diritti del copyright a Campania Notizie. Ora si spera che l’opposizione non torni a dormire svegliandosi a Ferragosto per un’altra interrogazione consiliare. Non finisce qui. La richiesta è indirizzata all’assessore al Bilancio Francesca D’Agostino e a quello ai Lavori pubblici Cesario Villano. Direbbe Di Pietro: “Che c’azzeccano?”. Un bel niente. Si tratta di un contributo economico stanziato per scelta politico-amministrativa. La prima domanda da porsi è: perché la parrocchia non ha chiesto il contributo alla Curia, molto ben messa finanziariamente rispetto al Comune? Il primo a essere “interrogato” quindi dovrebbe essere il sindaco Guida. Inoltre quale sarebbe la competenza del delegato ai Lavori pubblici (dal latino publicus) visto che si tratta di lavori privati? Va bene che Ferrante è legato ai Patti Lateranensi di mussoliniana memoria, però qui si parla di ben altro. Non si tratta di stabilire per legge i rapporti tra Stato e Chiesa cattolica ma di accertare la legittimità tecnico-burocratica di un ingente contributo comunale, cioè deliberato con i soldi della collettività. Ma pur di non urtare la suscettibilità di Guida la minoranza chiama in causa D’Agostino e Villano, che per inciso sono gli unici esponenti dell’esecutivo che si stanno dando da fare. Degli assessori Alfonso Marrandino e Giusy Guarino, fedelissimi del primo cittadino, si sono perse le tracce. La reverenza di Ferrante, Alma, Amelia Bortone e Verde nei confronti di Guida va ben oltre. L’interrogazione presentata dai membri della minoranza è solo a risposta orale. È quello che chiese-pretese Guida nell’ultimo consiglio comunale. “Noi abbiamo altre priorità rispetto alle vostre – disse il sindaco in assise, come se l’azione di controllo dell’opposizione fosse una perdita di tempo -, per cui se volete risposte veloci presentate interrogazioni in forma orale”. “Obbedisco”, replicò sugli attenti Garibaldi a Teano. Piccolo particolare: di fronte c’era il re d’Italia.
Non se la prendano a male, sono tutte brave persone, ma il gruppo Uniti per Cesa riporta alla mente il magnifico dialogo tra Eduardo De Filippo e Pupella Maggio all’inizio di “Natale in casa Cupiello”.
Luca beve un sorso di caffè e subito lo sputa – “Mamma do carmine, Concè ti sei immortalata, che bella schifezza che hai fatto, Conce’!”.
Concetta – (risentita) “E già, mo le facèvemo ‘a cioccolata! (alludendo al caffè) È nu poco lasco ma è tutto caffè”.
Luca – “Ma perché vuoi dare la colpa al caffè, che in questa tazza non c’è mai stato? Tu sei permalosa, sei diventata permalosa, Non ti piglià collera, Conce’. Tu sei una donna di casa e sai fare tante cose, come si deve. Pasta e faggioli, ‘a frittata c’ ’a cipolla, sei maestra, sei la reginetta della frittata c’a’ cipolla, come la fai tu non la sa fare nessuno. Ma ‘o ccafè non è cosa per te”.
Ecco, Ferrante, Alma, Amelia Bortone e Verde sono bravi ragazzi e ragazze ma l’opposizione non è cosa loro.
L’INTERROGAZIONE DI UNITI PER CESA