Accorciare da 10 a 5 anni il periodo di soggiorno legale continuativo nel Paese per i maggiorenni per poter diventare cittadini italiani. E’ quanto chiede il quesito referendario, sul quale si raccoglieranno ora le firme, depositato questa mattina in Cassazione da un gruppo di associazioni tra cui ‘Italiani senza cittadinanza’, Conngi, Idem Network e organizzazioni come Libera, Gruppo Abele, A Buon Diritto, Società della Ragione e i partiti +Europa, Possibile, Partito Socialista, Radicali Italiani, Rifondazione Comunista oltre a una serie di personalità come Luigi Manconi o l’ex Garante dei diritti dei detenuti Mauro Palma. “Ci aspettiamo – sottolinea il segretario di +Europa Riccardo Magi – che chi in questi giorni si è detto favorevole a una riforma della legge sulla cittadinanza appoggi questo referendum”. E un primo segnale arriva intanto dai Dem che lo sosterranno. “La legge va cambiata, abbiamo sbagliato a non farlo”, sottolinea Elly Schlein. “Il nostro Paese – dicono in una nota Marwa Mahmoud (responsabile Partecipazione e Formazione politica) e Pierfrancesco Majorino (responsabile Politiche migratorie e Diritto alla casa) della segreteria Dem – ha bisogno di compiere un grande salto di qualità sul tema della cittadinanza”. “Abbiamo per questo avuto un confronto – spiegano – che si è svolto tra una nostra delegazione guidata dalla segretaria nazionale e un vasto gruppo di associazioni e movimenti, spesso costituite da persone con background migratorio e da nuovi cittadini italiani, per preparare la nostra proposta di legge a partire dalla mozione che abbiamo già presentato alla Camera”. Nel frattempo verranno valutate le proposte di FI se vorrà farle. E “non faremo mancare le nostre firme” a sostegno del quesito presentato. Per quanto riguarda il referendum, intanto, “parliamo di 2 milioni e duecentomila cittadini stranieri – calcola Riccardo Magi, segretario di +Europa – che ad oggi sarebbero nelle condizioni di ottenere la cittadinanza, più i loro figli, circa 500 mila bambine e bambini. Molti di più di quelli che sarebbero interessati dallo ius scholae, circa 500mila persone, e dallo ius soli che riguarderebbe circa un milione e mezzo di persone”. “Un primo passo pragmatico – aggiunge – in attesa che il Parlamento faccia una riforma complessiva”. Ed è proprio a quello che si guarda dalle parti di M5s dove si registra, in effetti, una certa freddezza a proposito del quesito. Il referendum sembra sia diventato un po’ una formula magica”, ragiona la vicepresidente dei senatori M5s, Alessandra Maiorino, mentre “può essere un boomerang”. “Le proposte in Parlamento ci sono: lavoriamo su quelle”, è il suo invito. Intanto, dal centrodestra, se Forza Italia sta mettendo a punto la propria proposta la Lega ribadisce la linea dura. “Sulla modifica della legge sulla cittadinanza la Lega ha già ribadito che siamo contrari e non fa parte del programma del governo”, dice il presidente dei senatori Massimiliano Romeo. Mentre Salvini ricorda che “stiamo chiedendo la revoca per reati gravi”.

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