Ci sono due personaggi che, a nostro avviso, meriterebbero una stretta di mano e tanta gratitudine per aver contribuito a portare Diego Armando Maradona all’ombra del Vesuvio e a scoprirne le doti quando nemmeno si sapeva che esistesse un calciatore di nome Maradona. Che, oltretutto, da ragazzino e quando ancora faceva parte di squadrette composte da cinque giovanissimi, qualche volta entrava in campo palleggiando con estrema naturalezza non con il pallone, ma con un bicchiere. Poi è anche arrivato, nello spogliatoio del San Paolo, il tempo dei limoni, con ogni tensione dei compagni che svaniva non appena lo sguardo di posava sui piedi del ‘dio del calcio’. Quando arrivò a Napoli, nel 1984, direttore generale era Antonio Iuliano che, quattro anni prima, aveva portato in città un’altra ‘divinità’ del calcio Ruud Krol. Iuliano, che da calciatore era stato una bandiera del Napoli, vincendo due Coppe Italia, un Coppa Italo-Inglese (da non confondere con il torneo Anglo-Italiano con tanti punti quanti i goal segnati), una Coppa delle Alpi e, con la Nazionale, un campionato europeo (1968) e il titolo di vice campione del mondo nel 1970. Due colpi simili ai tempi di oggi e Iuliano sarebbe stato santificato seduta stante. E invece spesso ce ne addirittura dimentichiamo. C’era un tempo, inoltre, in cui a ‘fronteggiare’ i giornali sportivi del nord Italia (Tuttosport, Gazzetta dello Sport, Corriere dello sport per l’Italia centrale) c’erano due ‘nostri’ settimanali, della famiglia Il Mattino: Sport Sud e Lo Sport del Mezzogiorno. Ebbene fu proprio Sport Sud a titolare a tutta pagina, quando nessuno in Europa lo aveva mai sentito nemmeno nominare: “Ho scoperto il nuovo Sivori, si chiama Maradona!”. Ad ispirare il titolo fu Gianni Di Marzio, di professione allenatore. Nessuno lo ascoltò, dopo qualche anno Maradona finì al Barcellona e per portarlo a Napoli dovette intervenire addirittura il Banco di Napoli. Come dire: la competenza puo’ portare campioni più ancora che i milioni di euro. Omaggi a Totonno Iuliano e Gianni Di Marzio.
Luigi Russo