Non può non aver ripercussioni politico-istituzionali il caso dell’indennità di carica “doppia” percepita indebitamente dall’assessore di Aversa Elena Caterino, sollevato da Campania Notizie. È di carta il muro del silenzio eretto dal sindaco Alfonso Golia, oltre ad essere il déjà-vu della condotta assunta nella vicenda giudiziaria in cui è coinvolto il suocero su uno sfondo di usura, estorsioni e riciclaggio. In barba all’art. 82 del decreto legislativo 267/2000, riguardante lo stipendio dei componenti della giunta, l’assessore all’Ambiente non ha ottemperato all’obbligo di legge di comunicare di essere dipendente pubblico. Una semplice dimenticanza? Non scherziamo. Una grave omissione perseguibile sia sul piano penale che politico. Per oltre 6 mesi la Caterino ha intascato in modo illegittimo l’indennità piena, mentre in base alla normativa il suo stipendio doveva essere dimezzato. Non a caso il segretario comunale Anna di Ronza, una che la legge la rispetta e la applica, in qualità di dirigente ad interim dell’area Affari generali, ha immediatamente rideterminato l’indennità della Caterino dimezzandole lo stipendio e disponendo la restituzione di 2.752,72 euro. Solo lo scorso 2 novembre, cioè dopo più di 6 mesi dalla nomina (20 aprile), l’assessore si è ricordata di essere dipendente pubblico e l’ha comunicato all’ufficio preposto. Scripta manent. Il peggio di sé l’assessore dimezzato, per dirla con Calvino, l’ha mostrato dopo essere stata colta da Campania Notizie con le mani nella marmellata. Ha pubblicato sul gruppo Fb Aversa Fast News un post di autoassoluzione il cui contenuto, zeppo di menzogne, attesta la sua inadeguatezza politica e amministrativa e, ci sia concessa, anche personale.
“Sono stata io – si legge – a chiedere agli uffici comunali di restituire in un’unica soluzione quanto erroneamente versato dal comune. Ci tengo a dire che al momento della nomina ad assessore avevo correttamente comunicato di essere dipendente pubblico”. Se abbiamo capito bene la restituzione in un’unica soluzione di somme intascate indebitamente sarebbe una concessione da parte dell’assessore. Quale sarebbe stata l’alternativa? Pagare a rate quanto percepito in modo illegittimo? Già per una risposta del genere in una città normale e con una classe dirigente degna di questo nome un assessore sarebbe stato defenestrato su due piedi. C’è di più. Elena Caterino scrive nel post: “al momento della nomina ad assessore avevo correttamente comunicato di essere dipendente pubblico”. Assolutamente falso. Nella determina che dispone la restituzione di 2.752 euro c’è chiaramente riportata la data nella quale la Caterino comunica la sua posizione di dipendente pubblico: lo fa il 2 novembre mentre, come già detto, è stata nominata assessore il 20 aprile. Quindi mente sapendo di mentire. E qui mette lei stessa la pietra tombale sulla sua permanenza in giunta. Un amministratore comunale bugiardo non è credibile, tantomeno affidabile. Deve dimettersi o essere cacciata. Non si scappa.
Perciò diventa insopportabile il silenzio del sindaco Golia. Il problema non sono più i 2.752 euro intascati indebitamente. Dopo le dichiarazioni di Caterino il nodo impossibile da sciogliere riguarda l’attendibilità e l’onestà intellettuale di un membro dell’esecutivo. Chi mente ai contribuenti non può governare la città. Punto. Per non parlare della parte del post che, come direbbe Totò, fa scompisciare dalle risate: “L’indennità mi viene versata su un conto che non utilizzo abitualmente e dunque non è stata mai toccata in tutti questi mesi”. E che vuol dire? Il conto è intestato a lei. I soldi sono dei cittadini. Quei soldi non doveva proprio percepirli. Il fatto che sia un conto “non usato abitualmente” o che non abbia utilizzato quella somma non ridimensiona la gravità della vicenda. È come se, ricorrendo a un’iperbole, un tangestista, depositasse una mazzetta su un conto non utilizzato abitualmente. Sarebbe meno tangentista di quelli che li depositano su conti usati spesso? Ma di che parliamo! Per non farsi mancare nulla Caterino, come tutti i politici con la coda di paglia, annuncia querela: “Ho già contattato il mio avvocato per valutare se esistono gli estremi per un’eventuale denuncia”.
Nessun problema, si spera che ci vada subito. Prima però ci si augura che non dimentichi, come ha fatto per l’indennità di carica, di passare all’ufficio Protocollo per presentare le sue dimissioni da assessore. Se non lo farà sarà un dovere politico e istituzionale del sindaco Golia accompagnarla all’uscio del Comune.
IL POST FB DELL’ASSESSORE ELENA CATERINO
LA DETERMINA SULLE SOMME DA RESTITUIRE