L’emergenza caldo a Napoli arriva tra le mura ospedaliere. Nei pronti soccorso cittadini, è boom di accessi per colpi di calore, svenimenti, ustioni e malori provocati dalle temperature roventi che, da una decina di giorni, imperversano in città. Anche negli ambienti domestici, non si è al riparo da disidratazione e scompensi, come dimostra l’impennata delle richieste di soccorso al 118. Nel pronto soccorso dell’ospedale Vecchio Pellegrini, a pochi passi dal centro storico partenopeo e da numerose mete turistiche, si è registrato il 10% degli accessi collegati a malori da calura, di cui poco più del 30% di stranieri in visita a Napoli. «Tra domenica e lunedì, abbiamo assistito 500 persone e tra queste, poco più di 50 sono state soccorse per lipotermie, palpitazioni, dispnea, crisi ipotensive e scompensi vari causati dal caldo», spiega Emilio Bellinfante, primario del pronto soccorso della Pignasecca che, tra gli anziani, ha notato una significativa incidenza di «crisi ipertensive, collegate alla riduzione dei farmaci per abbassare la pressione, senza l’indicazione del medico». Nonostante la maggioranza di over 70, la calura “colpisce” anche la platea «di giovani compresi tra i 17 e i 27 anni con l’aumento di gastrointeriti e stati febbrili ma anche dermatiti e ustioni, al punto da dover essere trattate cure abbastanza intensive e cortisone». Nella maggior parte dei casi, l’assistenza si conclude tra le mura del pronto soccorso ma c’è chi necessità del ricovero come i casi di anziani con comorbidità cardiovascolari o polmonari. A Napoli, il caldo africano, ha messo a dura prova la salute di chi vive in strada e, trovandosi spesso in condizioni fisiche già debilitate, arriva al pronto soccorso anche per trovare refrigerio e un posto accogliente dove sopravvivere alla calura.
L’emergenza caldo diventa, quindi, un’emergenza sociale, soprattutto di notte «dove si registra un notevole aumento di assistenza ai senza fissa dimora», aggiunge Bellinfante. Anche per «gli anziani lungodegenti e per gli ammalati di neoplasie avanzate, queste condizioni meteo sono proibitive», come spiega Lucia Morelli, primario del pronto soccorso e della Medicina d’Urgenza dell’ospedale San Paolo che ha registrato, nel complesso, un aumento del 30% di accessi causati dalla calura. «L’impennata è cominciata una decina di giorni fa e abbiamo notato una percentuale minore di colpi di calore, mentre grandi numeri per chi soffre di patologie cardiovascolari e anziani con comorbidità ma, tra gli assistiti, c’è anche un numero significativo di minori, al di sotto dei 14 anni». Per i bambini, la sindrome da colpo di calore, rischia di scatenare stati febbrili e gastrointeriti, come testimoniano Bellinfante e Morelli ma, ancora di più, Vincenzo Tipo, direttore del pronto soccorso e della pediatria d’Urgenza dell’ospedale Santobono. «Stiamo registrando 300 accessi al giorno, molti dei quali, per forme virali che il caldo acutizza», spiega Tipo che raccomanda «ai genitori di fare molta attenzione a una corretta idratazione dei loro figli». «Idratarsi, non uscire nelle ore calde, alimentarsi in maniera leggera e di frequente, aiutarsi con cappellini, ombrellini, creme solari e occhiali soprattutto in caso di anziani e bimbi», sono le regole fondamentali per fronteggiare l’ondata di calore come sottolinea Giuseppe Galano, direttore della Centrale Operativa del 118 che, sta registrando il 10% di telefonate in più per l’emergenza caldo, risolta dalle equipe delle ambulanza con l’idratazione a domicilio o sul mezzo di soccorso.