La Germania autorizza gli ucraini a difendersi “nel rispetto del diritto internazionale” contro gli attacchi che arrivano da immediatamente oltre confine. E questo “anche con le armi consegnate”, anche quelle tedesche. Lo dice il portavoce del cancelliere Scholz, Steffen Hebestreit, in una nota . “Le ucraine e gli ucraini combattono per il loro paese e le loro libertà. Molti paesi del mondo li sostengono in questo, politicamente, economicamente, con aiuti militari e armi. L’obiettivo è liberare il territorio ucraino e abbiamo concordato con l’Ucraina che le armi che forniamo saranno utilizzate in conformità al diritto internazionale”, si legge nella nota della cancelleria. “Insieme ai nostri alleati più stretti e in stretto dialogo con il governo ucraino, stiamo adattando continuamente il nostro sostegno allo sviluppo della guerra”. “Nelle ultime settimane, la Russia ha preparato, coordinato ed eseguito attacchi da posizioni nell’area di Kharkiv, in particolare dalla regione di frontiera direttamente confinante con la Russia”. “Insieme, siamo convinti che l’Ucraina abbia il diritto, secondo il diritto internazionale, di difendersi da questi attacchi. E per questo può anche utilizzare le armi fornite in conformità con i suoi obblighi legali internazionali, comprese quelle fornite da noi”, conclude. “È sempre stato chiaro che noi, nel mettere a disposizione le armi all’Ucraina, non diventiamo parte del conflitto”. Lo ha detto il portavoce del cancelliere in una conferenza stampa a Berlino, rispondendo alle domande dei giornalisti, dopo il comunicato ufficiale della cancelleria sull’autorizzazione della Germania all’uso di armi tedesche nel colpire anche obiettivi russi nella zona immediatamente al confine con l’Ucraina. “Vale quello che ha detto cancelliere: noi sosteniamo l’Ucraina nell’ambito e nei limiti del diritto internazionale, ed è del tutto chiaro che uno Stato che viene attaccato abbia il diritto di difendersi in modo efficace e che la Nato non sarà coinvolta”. Lo ha detto la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock a Praga a margine del Consiglio informale dei ministri esteri della Nato, rispondendo alla domanda sulla posizione tedesca sulla possibilità di Kiev di attaccare obiettivi in Russia. A quanto trapela a Berlino, la dichiarazione del governo tedesco che autorizza Kiev all’uso di armi tedesche in Russia arriva dopo consultazioni a livello dei consulenti di sicurezza nazionale, avvenute fra il 29 e il 30 maggio, nell’ambito della quadrilaterale Usa, Francia, Gran Bretagna e Germania. Per il contrasto agli attacchi russi al confine, possono essere presi in considerazione diversi tipi di armi. A questi appartengono i panzer obici 2000 e i lancia razzi tipo Mars II. L’Unione Europea e la Nato hanno dato il loro sostanziale via libera all’uso di armi fornite dall’Occidente per attacchi dell’Ucraina contro obiettivi nel territorio russo, una opzione che per l’Italia invece resta da evitare, almeno per le armi che fornisce Roma, giacché entra in conflitto con le limitazioni imposte dalla Costituzione. “La competenza sulle restrizioni sulle armi dei Paesi membri in Ucraina è nazionale ma su una cosa siamo chiaro: l’Ucraina ha il legittimo diritto all’autodifesa e questo, secondo il diritto internazionale, include attacchi a installazioni militari fuori confine. L’Alto rappresentante lavora, come sempre, ad una posizione comune anche su questo dossier ma la decisione finale spetta ai Paesi membri”, ha detto il portavoce del Servizio di Azione Esterna Ue Peter Stano nel corso del briefing abituale della Commissione Ue. Da parte sua, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha detto che gli alleati si aspettano che l’uso delle armi fornite all’Ucraina contro la Russia, ovvero colpendo obiettivi militari al di là del confine, avvenga “in linea con il diritto internazionale e in modo responsabile”. Quanto al rischio di una escalation, il segretario atlantico ha precisato: “Ogni volta che abbiamo dato mezzi all’Ucraina Vladimir Putin ci ha minacciato, è stato così per i pezzi di artiglieria, i tank, i missili, gli F-16”. “È la Russia che ha dato il via all’escalation, prima invadendo un altro Paese e ora aprendo il nuovo fronte a Kharkiv”. ‘Noi ci stiamo mobilitando sotto tutti i punti di vista, economico e miliare, per sostenere l’indipendenza e la libertà dell’Ucraina. Abbiamo già inviato diversi pacchetti di strumenti militari all’Ucraina e invieremo altri strumenti militari all’Ucraina, penso a strumenti per la difesa aerea, quindi noi stiamo convintamente dalla parte dell’Ucraina. Però diciamo soltanto che le armi italiane possono essere usate soltanto all’interno del territorio ucraino per impedire l’avanzata dei russi e quindi per garantire la libertà dell’Ucraina’: lo ha detto a Mattino Cinque il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani. ‘Noi abbiamo una Costituzione che all’articolo 11 parla molto chiaramente: l’Italia ripudia la guerra, noi non possiamo fornire armi per attaccare la Russia in territorio russo. Un conto è usare le armi nel territorio occupato, nel Donbass, ma nel territorio russo non si possono utilizzare perché noi non siamo in guerra con la Russia’, ha aggiunto. ‘Una cosa è difendere l’Ucraina da un’invasione illegittima, perché la Russia ha violato il diritto internazionale, un’altra è dire ‘siamo in guerra con la Russia, lanciamo missili e usiamo armi per colpire il territorio russo’, ha concluso. E il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervenendo al convegno nazionale dei Giovani imprenditori di Confindustria in corso a Rapallo, ha spiegato che “ogni Stato ha le sue leggi, la sua Costituzione. L’applicazione dell’articolo 11 della nostra Costituzione ci impone dei caveat rispetto all’utilizzo delle armi che diamo all’Ucraina: devono essere necessariamente usate per la difesa dell’Ucraina, che significa anche colpire i russi in Ucraina, ma non possono essere utilizzate nel territorio di un altro Paese. E’ la mia opinione, condivisa dalla premier e dal ministro Tajani, perché parliamo di cose senza precedenti nella nostra storia”. “E’ arrivato il momento di capire se siamo un’alleanza seria. La nostra serietà si potrà vedere dalla nostra volontà di aiutare l’Ucraina, dalla nostra capacità di organizzare una strategia di deterrenza nei confronti della Russia e dalla capacità di dar seguito agli inviti fatti a possibili nuovi membri della Nato”. Lo ha affermato oggi, durante il summit informale della Nato in corso a Praga, il ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis. “Siamo stati molto bravi a usare buone parole e a fare promesse, ma dobbiamo ora darvi seguito. Ne va della nostra credibilità”, ha aggiunto Landsbergis. Analoghe le parole della ministra degli Esteri lettone, Baiba Braze, che ha inoltre sottolineato la urgenza di elaborare una strategia complessiva di contenimento della Russia. “Abbiamo bisogno di una strategia di contenimento per la Russia: questa è la questione principale, che va oltre il supporto all’Ucraina”, ha detto la politica lettone, sottolineando che solo una programmazione di lungo periodo potrà garantire la sicurezza in Europa. “La guerra in Ucraina terminerà, ma la Russia rimarrà dov’è. Proprio per questo una chiara strategia di contenimento è indispensabile”, ha concluso Braze.
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