Anacleto Colombiano

Di porcherie politico-amministrative è piena l’Italia. Ma quello che sta avvenendo ad Orta di Atella farebbe vomitare a fiotti anche le persone con uno stomaco di ferro. L’ultima sequenza di un film pornografico è ambientata alla Provincia di Caserta. Lo scorso 11 dicembre il presidente Anacleto Colombiano ha nominato Francesco Petrella commissario ad acta per valutare la richiesta del permesso di costruire presentato dalla famiglia Damiano per la realizzazione di un supermercato nell’ex distilleria Leanza, di proprietà dei noti imprenditori locali (clicca qui e link in basso). Non è stomachevole l’applicazione dei poteri sostitutivi da parte dell’ente dell’ex Saint Gobain, intervenuto in seguito alla mancata decisione, né a favore né contraria, del comune in merito alla concessione edilizia.

Francesco Petrella

Quello che provoca un vomito irrefrenabile è il nome indicato da Colombiano. Petrella è l’attuale presidente della società Acquedotti, indicato a modo suo da Angelo Brancaccio. L’avvocato è uno dei legali di fiducia “storici” dell’ex sindaco di Orta di Atella. E oggi Brancaccio, capo indiscusso del gruppo consiliare ex Coraggio, è determinante per mantenere in piedi l’amministrazione comunale targata Antonino Santillo ma guidata in pratica dall’ex fascia tricolore. Non sono in discussione le doti professionali di Petrella, che è anche consigliere di opposizione a Santa Maria Capua Vetere. Ma desta disgusto la scelta politico-amministrativa di Colombiano. Il presidente della Provincia ha affidato una questione urbanistica importantissima nelle mani dell’uomo attualmente più vicino a Brancaccio. Colombiano si è di fatto consegnato a Brancaccio. E di conseguenza ha consegnato Orta di Atella all’ex fascia tricolore, ormai palesemente ritornato a essere il “padrone della città”, ruolo che aveva ai tempi del sacco edilizio, come si legge nella sentenza dei giudici di condanna a 8 anni per camorra.

Angelo Brancaccio

Uno sfregio allo Stato che alimenta tra i cittadini perbene il fuoco della sfiducia nei confronti delle istituzioni. Chi dovrebbe impedire orrori del genere resta alla finestra a guardare la ricostituzione dei passati e nefasti sistemi amministrativi di potere. Addirittura chi ha devastato Orta di Atella intascando fiumi di tangenti sbandiera ai quattro venti di avere un filo diretto con le forze dell’ordine. Un film porno che sfocia nella fantascienza. I cattivi beffano lo Stato con l’obiettivo di riciclarsi per tornare alla carica in prima persona per “riprendersi quello che è loro”, direbbero i membri dei clan della fiction Gomorra. Un modo per dire “qui comando io”. Mai come in questo caso la realtà supera la finzione.

L’affare è grosso e molto redditizio. In ballo ci sono circa 600mila euro per gli standard urbanistici che i Damiano dovrebbero versare al comune per ottenere la licenza in convenzione. Gli imprenditori non sono disposti a pagare in contanti. Invece di monetizzare gli standard hanno proposto di cedere due loro terreni nei pressi del centro commerciale “Fabulae”, anch’esso di loro proprietà. Vorrebbero realizzare un parco giochi e un parcheggio pubblici. Ovviamente una soluzione del genere avvantaggerebbe i privati, a discapito della collettività. Innanzitutto, i Damiano non dovrebbero sborsare i 600mila euro per la monetizzazione degli standard. In secondo luogo, realizzerebbero le opere su due terreni dal valore di mercato di molto inferiore a 600mila euro. In terza istanza, il parco giochi e il parcheggio nascerebbero a due passi dal “Fabulae”, dunque sarebbero funzionali al centro commerciale. In buona sostanza, la famiglia Damiano ci andrebbe a guadagnare, mentre il comune ci perderebbe.

Il municipio di Orta di Atella

Già circola una voce inquietante: qualcuno sostiene che il commissario ad acta Petrella potrebbe rilasciare direttamente la concessione agli imprenditori. Sarebbe un “unicum” in salsa ortese. Si sostituirebbe al consiglio comunale. Per legge il suo compito è istruire la pratica e fornire il parere di conformità agli strumenti urbanistici. Il primo inghippo tecnico è la mancanza del regolamento comunale per la monetizzazione degli standard urbanistici, senza il quale non si può calcolare l’importo che i privati devono versare. E quindi di fatto sarebbe impossibile monetizzare gli standard. Ma non sono escluse altre forzature, o meglio altre schifezze. Ad Orta di Atella tutto è possibile. I padroni della città sono quelli di un tempo. La storia si è ripetuta. E stavolta non è una farsa, come avrebbe detto un celebre pensatore. È una seconda tragedia. Peggiore della prima.

Mario De Michele

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