«Di quattromila, alla curva gliene dà 800… 800 biglietti per una finale, ovviamente da noi è ritenuta una cosa non ammissibile, cioè voglio capire da te… c’è margine di trattativa o non c’è margine di trattativa?». Il 22 maggio 2023, venti giorni prima della finale di Champions tra Manchester City e Inter, Marco Ferdico, il capo della curva nord interista, arrestato ieri, è una furia. Aggredisce al telefono Claudio Sala, delegato ai rapporti con la tifoseria dell’Inter, disposta a consegnare agli ultrà solo 800 biglietti. «O ce ne danno duemila o ciao». La curva minaccia lo sciopero del tifo e mette in campo tutto il proprio capitale di relazioni e pressioni per convincere il club. Una strategia di intimidazioni che, per la procura, va avanti da anni. E che ha portato, scrive il gip Domenico Santoro, al «totale assoggettamento della Fc Internazionale ai voleri di Ferdico, Beretta e Bellocco», la “triade” che comanda in curva dopo l’omicidio del vecchio leader Vittorio Boiocchi, e fino all’omicidio a coltellate di Antonio Bellocco, erede del clan di ‘ndrangheta della Piana di Gioia Tauro, da parte dell’altro capo ultrà Alessandro Beretta.

Per risolvere la “questione biglietti”, Beretta chiama Marco Materazzi. «Mi dicono dalla società che “i biglietti da 80 li rivendono a 900”, questo tienilo per te», confida l’ex giocatore a Ferdico. Che non si ferma. Pochi giorni dopo chiama Simone Inzaghi. Chiede «esplicitamente di intervenire con la società, o meglio direttamente con Marotta, al fine di ottenere ulteriori 200 biglietti», scrive il gip. «Te la faccio breve mister — dice Ferdico a Inzaghi — ci hanno dato mille biglietti… ne abbiam bisogno 200 in più per esser tranquilli… ma non per fare bagarinaggio, mister… arriviamo a 1200 biglietti?». Inzaghi, preoccupato di non avere il sostegno del tifo, promette di intervenire.

«Parlo con Ferri (Riccardo, team manager, ndr.) con Zanetti, con Marotta. Marco, io mi attivo e ti dico cosa mi dicono». «È Marotta… bisogna parlare con lui — incalza Ferdico — lui ha l’ultima parola». La strategia funziona. La minaccia del “silenzio del tifo” prima della finale europea e le telefonate agli uomini della società spingono l’Inter a liberare 1.500 biglietti per la trasferta a Istanbul. «Io e Sala abbiamo detto che se la linea della società era quella di dare 800 biglietti, bisognava mantenerla, giusta o sbagliata che fosse», ricorda il responsabile Inter dei rapporti con la tifoseria, Massimiliano Silva, ai pm Paolo Storari e Sara Ombra.

Ora per il club nerazzurro si apre un “procedimento di prevenzione” da parte della procura, che ha nominato dei consulenti, in contradditorio tra le parti, che potrebbe portare al commissariamento del club, se non dovessero dimostrarsi recisi i legami con la curva. Un provvedimento che riguarda anche il Milan (le due società non sono indagate), con i suoi ultrà legati ai cugini nerazzurri dagli affari allo stadio e dalla «non belligeranza». Strategia che ha trovato il suo culmine nella semifinale di Champions League tra Milan e Inter del 2023. Ferdico, Beretta e Bellocco si accordano con Luca Lucci per spartirsi i proventi della finale, chiunque sia a raggiungerla. «Se vai tu, quello che è è diviso in due, facciamo tutto insieme — dice Ferdico — Puoi uscire con tutto o puoi uscire con niente, bisogna parlare!».

Le pressioni sui due club, svelano le indagini di squadra mobile e Guardia di Finanza di Milano, riguardano anche le scelte tecniche. Nel gennaio 2023 Ferdico e l’altro arrestato Mauro Nepi chiedono a Silva di incontrare Milan Skriniar, dopo che inizia a diventare concreto il suo addio. «La società ha detto che è meglio che non venite ad Appiano — dice Silva — anche perché ci sono le telecamere e robe varie, società intendo il direttore», riferendosi a Marotta. L’incontro con il calciatore slovacco avviene in un bar. «Gli tremava la voce — dice Nepi — Aveva un po’ di paura». Nepi e Ferdico parlano poi dell’incontro che avrebbero avuto il giorno successivo con Inzaghi. «No aggressivo — dice Ferdico — però gli dico “mister, qua sei a Milano non sei in provincia… devi iniziare a tirare fuori un attimo la garra”, bisogna dirgli le cose che pensiamo… io parlo così domani… qua sei a Milano… quando sei in dieci lasci due punte… te lo ricordi Berlusconi».

Un copione seguito anche dai milanisti. Dopo l’addio di Pioli, Luca Lucci critica “il barone” Giancarlo Capelli, vecchio capo della curva sud, che incontra il capitano del Milan Davide Calabria in un bar. Capelli si è speso pubblicamente per l’arrivo del tecnico Roberto De Zerbi. «Stiamo premendo per Conte — dice Lucci — sto facendo da quattro giorni robe con il Milan, e mi vai a dire De Zerbi? Ma come fai a fare un nome? Ma Barone, stiam premendo, stiam premendo per Conte, ma tu rappresenti la Curva, te lo vuoi mettere in testa che non rappresenti te stesso?».

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