Almeno 37 persone sono state uccise e 151 sono rimaste ferite negli attacchi israeliani in tutto il Libano giovedì, ha affermato il ministero della Salute libanese. Fonti israeliane rivelano che l’obiettivo dell’ultimo attacco israeliano a Beirut era il leader di Hezbollah Hashem Safi a-Din, probabile successore di Hassan Nasrallah. I pasdaran iraniani minacciano di colpire le raffinerie e i giacimenti di gas israeliani se lo Stato ebraico attaccasse l’Iran. Lo annunciano le stesse Guardie della rivoluzione citate dal Teheran Times. Ieri il presidente Usa Joe Biden aveva affermato che Washington stava discutendo con il governo di Gerusalemme la possibilità di raid israeliani sugli impianti petroliferi iraniani in risposta all’attacco missilistico sferrato martedì da Teheran. Nel suo sermone, l’ayatollah Ali Khamenei ha invitato il popolo libanese a non disperare e a continuare a opporsi a Israele. La Guida Suprema dell’Iran ha fatto l’esempio delle decine di importanti figure iraniane, tra cui un presidente, assassinate nell’arco di diversi mesi nel 1981, “ma ciò ha solo rafforzato l’establishment”. Secondo Khamenei, lo stesso varrà per il Libano, “che ha perso leader come il fondatore di Hezbollah Abbas al-Musawi e il religioso e politico Musa al-Sadr, ma è diventato più forte”, ha promesso. “Ogni attacco al regime sionista da parte di qualsiasi persona e organizzazione è un servizio all’intera regione e forse all’intera umanità”, ha affermato il leader iraniano. Il capo dell’ufficio di Hezbollah, Abdullah Safieddine, fratello di Hashem Safieddine – possibile successore di Nasrallah – è stato visto seduto accanto ai massimi funzionari prima dell’inizio del discorso di Khamenei alla grande moschea di Teheran. Il leader iraniano Ali Khamenei ha invitato i gruppi di resistenza, compresi i libanesi e i palestinesi, a essere pazienti, a resistere e a rafforzare la loro unità contro “il lupo assetato di sangue”, cioè Israele. L’asse della Resistenza “non si tirerà indietro, bisogna continuare fino all’eliminazione della vergognosa esistenza dei sionisti”, ha detto nei sermoni della preghiera del venerdì, recitati in arabo. “Oggi il nemico dell’Iran è il nemico della Palestina, del Libano, dell’Iraq, dell’Egitto, della Siria e dello Yemen”, ha detto, citato dalla TV di Stato, aggiungendo: “Tutti i paesi, compresi la Palestina e il Libano, hanno il diritto di difendersi, secondo le regole islamiche e internazionali, e nessun Paese o organizzazione internazionale può criticare i palestinesi o i libanesi per la loro resistenza contro il regime occupante sionista”. “L’azione intrapresa dalle nostre forze armate è stata solo una piccola azione rispetto ai crimini commessi dal regime israeliano”, “se necessario, in futuro, colpiremo di nuovo il regime israeliano”. Lo ha detto la guida suprema della Repubblica islamica dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, durante il sermone della preghiera del venerdì nella grande moschea di Teheran. Khamenei si è rivolto alla folla leggendo il suo breve discorso in piedi tenendo accanto un fucile.
Più di 41.802 palestinesi sono stati uccisi e 96.844 feriti nell’offensiva militare israeliana a Gaza dal 7 ottobre, ha detto venerdì in un comunicato il ministero della Sanità di Gaza. Emergenza umanitaria in Libano dove la maggior parte dei quasi 900 rifugi per sfollati sono quasi pieni e il confine con la Siria è inagibile dopo gli ultimi attacchi israeliani. “La maggior parte dei quasi 900 rifugi collettivi istituiti dal governo in Libano non hanno più capienza”, ha dichiarato Rula Amin dell’Unhcr in conferenza stampa a Ginevra. “Con l’arrivo dell’inverno, l’agenzia Onu per i rifugiati teme che le condizioni per le persone colpite dall’escalation del conflitto in altri Paesi non faranno che peggiorare”, ha dichiarato ai giornalisti. Già adesso, secondo quanto riferito dall’Onu, le persone in fuga dagli attacchi israeliani dormono sempre più all’aperto. Secondo il governo libanese, più di 300 mila persone, la maggior parte delle quali siriane, hanno attraversato il confine dal Libano alla Siria negli ultimi 10 giorni per sfuggire ai crescenti bombardamenti israeliani. L’Agenzia per l’infanzia delle Nazioni Unite (Unicef) ha chiesto un cessate il fuoco urgente, denunciando il fatto che “lesioni fisiche e sofferenze psicologiche” sono aumentate in modo significativo nel Paese ai danni dei bambini. In sei settimane di attacchi aerei e conflitto armati tra Israele e Hezbollah, oltre 690 bambini sono rimasti feriti. “Questo conflitto catastrofico sta avendo un impatto pesante sui bambini. I dottori ci raccontano di bambini sanguinanti, contusi e rotti che soffrono sia fisicamente che psicologicamente”, ha detto Adele Khodr, direttore regionale dell’Unicef. “Molti soffrono di ansia, flashback e incubi correlati alle esplosioni. Nessun bambino dovrebbe essere esposto a situazioni così orribili”, ha ancora riferito. Le lesioni più comuni includono commozioni cerebrali, ferite da schegge e perdita dell’udito a causa delle esplosioni.