Un’altra picconata al sistema politico-affaristico di Orta di Atella. Assestata con forza. E stavolta il muro dell’ipocrisia va praticamente a pezzi. In attesa della decisione del Tar sul ricorso contro lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche la Corte di Appello di Napoli ha sancito l’incandidabilità dell’ex sindaco Andrea Villano. I giudici fanno luce su uno spaccato tenuto accuratamente nell’ombra da alcuni esponenti della classe dirigente e da giornalisti/e compiacenti. Infatti si fa riferimento, tra le altre cose, ai permessi di costruire illegittimi ottenuti dall’ex primo cittadino quando era imprenditore edile. Ed emerge un quadro disegnato ormai da anni da Campania Notizie: da un lato la trasversalità politica di chi ha partecipato alla grande abbuffata della cementeficazione selvaggia, dall’altro il maldestro tentativo degli stessi beneficiari del boom edilizio di rifarsi una verginità. È emblematico il caso di Francesco Piccirillo del Pd, legalitario di ritorno dopo aver svolto ruoli di primissimo piano sia in campo amministrativo (era tra i pupilli di Angelo Brancaccio), sia nel settore edile. Come già riportato nella prima puntata, ai tempi dell’attività imprenditoriale di Villano il suo socio in affari era proprio Piccirillo. E la ditta che ha incassato una serie di licenze illegittime (quelle di cui parlano i giudici della Corte di Appello) è la F.A.A.G. Costruzioni Srl, di proprietà di Villano, di sua moglie Grazia Frignola, di Angelina Anatriello e di Giuseppe Comune, con il 25% delle quote sociali a testa.
Chi era l’amministratore unico dell’azienda? Negli anni del cemento, cioè degli affari d’oro, il rappresentante legale, si fa per dire, era proprio Piccirillo. Siamo nel 2005. All’atto della costituzione della F.A.A.G. Costruzioni alla guida era stata indicata Carmela Cinquegrana, casalinga, consorte di Piccirillo. Nel settembre 2004 la ditta ottiene la licenza edilizia n. 163. Dopo poco realizza in via San Nicola ad Orta di Atella un palazzo di otto appartamenti. Affare da oltre un milione di euro. Nulla di male, si potrebbe eccepire. Se non fosse che l’immobile è stato realizzato in gran parte su un’area standard. Come se non bastasse lo stabile è stato costruito su aree diverse da quelle dichiarate nella pratica edilizia. In estrema sintesi, la licenza era illegittima e il palazzo è tuttora abusivo. Ma di questo le giornaliste paladine della legalità si ostinano a non parlare. Siamo certi che non si occuperanno nemmeno di un’altra concessione edilizia scandalosa, la n. 29 del 3 marzo 2003, grazie alla quale è stato edificato in via Carusone un palazzo dove vivono l’incorruttibile Piccirillo, il padre e il fratello Antonio, la cui abitazione è oggetto di un’ordinanza di demolizione disposta dall’Utc, provvedimento confermato dal Tar della Campania (leggi in basso la sentenza). I giudici amministrativi addirittura rilevano che la denuncia di inizio attività è inesistente. Anzi si riferisce a due soggetti e a due immobili. Succede solo a Orta.
Il permesso di costruire n. 29/2003 è condito da una storia molto succulenta. La licenza viene rilasciata in pieno Brancaccianesimo quando i dominus dell’ufficio tecnico erano Nicola Arena e Nicola Iovinella, quest’ultimo citato più volte nella relazione della commissione d’accesso che ha determinato lo scioglimento dell’assise per infiltrazioni mafiose. A chi viene concessa? A Massimo Comune, fratello di Nicola Comune, un altro nome noto su cui Campania Notizie ha acceso i fari. Tra la fine degli anni ’90 e gli inizi del 2000 Nicola Comune è stato in maggioranza con Brancaccio. Nel 1999 l’allora primo cittadino nomina sua figlia Maria Rosaria Comune assessore alla Pubblica istruzione. Nicola ha messo alla luce un altro figlio con spiccate doti politiche. Si tratta di Francesco Comune, elemento di rilievo del collettivo Città Visibile. Un anno dopo, siamo nel 2000, il comunista duro e puro Nicola Comune intasca la licenza n. 41 per realizzare 4 villini in via Carusone, allora traversa di via Clanio. Troppo poco. Chiede e incassa una variante alla prima concessione. La cubatura passa da 1.000 a 1.600. Il numero delle abitazioni raddoppia. Non più 4 ma 8. Alla fine della fiera sorge uno stabile di tre piani.
Torniamo a Massimo Comune. Come detto nel 2003 ottiene una concessione per realizzare anche lui uno stabile proprio di fronte a quello del fratello Nicola e dove vive la famiglia Piccirillo. Ma entra in scena di nuovo la F.A.A.G. Costruzioni. Massimo Comune voltura la licenza alla società di Andrea Villano e Francesco Piccirillo. A sua volta quest’ultimo diventa anche proprietario di una delle abitazioni. Anche questa è una dei permessi a costruire che hanno indotto la Corte di Appello a considerare Villano un sindaco in continuità con le passate gestioni amministrative. Anche questa vicenda, nella quale il democrat Piccirillo è coinvolto fino ai capelli, sfugge all’occhio vigile delle giornaliste della legalità. Strano, no? Ci sono due soci. Uno è giustiziato, l’altro è graziato. E la chiamano informazione.
(continua…)