Dopo la firma da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la Manovra arriva a Montecitorio. Inizia oggi, in ritardo rispetto alla tabella di marcia del governo, il lungo iter parlamentare che porterà all’approvazione del testo da 144 articoli anche in Senato prima di Natale. L’obiettivo della maggioranza è non arrivare a discutere la legge di bilancio troppo a ridosso della fine dell’anno. Anche perché è già partito l’assalto di Lega e Forza Italia. FI, in particolare, si schiera contro il tetto agli stipendi dei manager: “Non siamo felicissimi, lo dico con chiarezza”, dice il senatore Dario Damiani. Le audizioni davanti alle commissioni Bilancio del Parlamento – secondo quanto viene riferito – dovrebbero iniziare il 28 ottobre, mentre il termine degli emendamenti dovrebbe essere fissato fra l’8 e il 10 novembre. Tre i relatori di maggioranza: Ylenja Lucaselli, per Fratelli d’Italia; Mauro D’Attis, per FI; e per la Lega Silvana Comaroli. Tra i principali provvedimenti il contributo chiesto alle banche, il bonus bebè, il quoziente familiare e l’allargamento della platea di lavoratori ai quali verrà tagliato il cuneo fiscale, un l’aumento di 7 euro delle pensioni e – fra l’altro – l’accorpamento delle aliquote Irpef, che diventano tre. Senza contare la spending review. Ecco gli interventi da 30 miliardi di euro ora al vaglio del parlamento.
Pensioni minime
Per le pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo nel 2025 ci sarà un incremento del 2,2% e dell’1,3% nel 2026. Lo si legge nella manovra di Bilancio. Quest’ano scadeva l’aumento del 2,7% previsto con la legge di Bilancio per il 2024. Le pensioni arriveranno a 617,9 euro dai 614,77 attuali perché la base di calcolo è quella precedente all’aumento del 2,7% dato l’anno scorso maggiorata con il recupero dell’inflazione pari all’1%.
Tetto detrazioni sopra 75mila euro, stretta su monoreddito
Stretta sulle detrazioni per chi ha un reddito oltre i 75mila euro ma con vantaggi che crescono in base al numero dei figli. In base al testo della manovra – infatti – chi ha un reddito tra i 75mila e i 100mila euro potrà portare in detrazione fino a un massimo di 14mila euro, 8mila oltre i 100mila. In assenza di figli la cifra è dimezzata (moltiplicata per il coefficiente di 0.5) per quanti hanno un solo figlio ridotta moltiplicando per un coefficiente di 0.85, resta pari se si hanno più di tre figli o figli con disabilità. Un contribuente oltre i 100mila senza figli potrà detrarre a conti fatti 4mila euro.
Limite alla spesa per personale Rai, tagli dal 2026
Per ridurre “gli oneri di esercizio”, la Rai nel 2025 non potrà aumentare le spese per il personale e per gli incarichi di consulenza, che non potranno superare il livello del 2023. E nel 2026 dovrà ridurre la spesa per personale e consulenza di almeno il 2% rispetto alla media delle spese sostenute nel triennio 2021-2023. Per l’anno 2027, la riduzione della spesa sale al 4%.
Il bonus bebè
“Al fine di incentivare la natalità e contribuire alle spese per il suo sostegno”, con la Manovra arriva per ogni figlio nato o adottato dal primo gennaio 2025 un “Bonus nuove nascite” una tantum da 1.000 euro. L’importo, erogato nel mese successivo al mese di nascita o adozione, non concorre alla formazione del reddito ed è corrisposto per i figli di cittadini italiani, di uno Stato Ue o di uno Stato non appartenente all’Ue in possesso del permesso di soggiorno europeo “per soggiornanti di lungo periodo o titolari di permesso unico di lavoro” o per motivi di ricerca di almeno sei mesi. La condizione è che il nucleo familiare abbia un Isee inferiore a 40mila euro annui. Il costo è di 330 milioni nel 2025 e 360 milioni nel 2026.
La sanità
Non sarà, in ogni caso, tagliata la spesa sanitaria. Ma la pioggia di fondi annunciata dal governo non c’è. Sul piatto il governo mette 2,3 miliardi totali, molto meno dei 5 miliardi chiesti da Schillaci a Giorgetti. E i medici hanno attaccato Palazzo Chigi.
Criptovalute, l’aliquota sulle plusvalenze sale al 42%
L’imposta sostitutiva sulle plusvalenze delle criptovalute è applicata con aliquota che sale al 42%. Lo si legge nella legge di bilancio depositata alla Camera. Sono soggetti passivi dell’imposta sui servizi digitali gli esercenti attività d’impresa che realizzano ricavi derivanti da servizi digitali nel territorio dello Stato.
Cuneo fiscale
Cambia il meccanismo che consente di rafforzare le busta paga dei lavoratori dipendenti fino a 40mila euro, estendendo gli effetti previsti prima fino a 35mila euro con il taglio del cuneo contributivo. Il primo articolo normativo della legge di bilancio conferma le attuali aliquote Irpef e alza la base delle detrazioni sul lavoro da 1.880 a 1.955 euro. Poi prevede, fino a 20.000 euro di reddito, il riconoscimento di un bonus non tassabile che varia in funzione del guadagno: 7,1% fino a 8.500 euro, 5,3 per cento tra 8.500 e 15.000 euro, 4,8 per cento tra 15.000 e 20 mila euro. Superato questo importo si passa ad un meccanismo di detrazioni aggiuntive che vanno riconosciute in busta paga: 1.000 euro tra 20mila e 32mila euro, e poi un décalage fino a 40mila euro.
Tre scaglioni Irpef
L’imposta viene determinata applicando al reddito complessivo, al netto degli oneri deducibili, tre aliquote per scaglioni di reddito: fino a 28.000 euro, 23%; oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro al 35%; oltre 50.000 euro al 43%. Lo si legge nella bozza del testo della legge di bilancio in circolazione.
Spese sanità fuori da detrazioni, mutui fino al 2024
Le spese sanitarie e quelle relative ai mutui per la casa sono escluse dal tetto della revisione delle detrazioni prevista dalla manovra. E’ quanto emerge dal testo depositato dalla Camera. “Sono escluse dal computo dell’ammontare complessivo degli oneri e delle spese – si legge – le spese sanitarie detraibili” così come “sono esclusi” gli oneri “sostenuti in dipendenza di prestiti o mutui contratti fino al 31 dicembre 2024”. Inoltre “a fini del presente articolo il reddito complessivo è assunto al netto del reddito dell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale”.
Lotto e Superenalotto, nuove estrazioni il venerdì
Dal 2025 nella giornata di venerdì ci sarà una estrazione settimanale aggiuntiva dei giochi del Lotto e del Superenalotto. Se tale estrazione aggiuntiva ricorre in un giorno di festività riconosciuta agli effetti civili su tutto il territorio nazionale sarà posticipata al primo giorno feriale successivo ovvero, in casi eccezionali, è anticipata al primo giorno feriale antecedente, con provvedimento direttoriale dell’Agenzia delle dogane, garantendo la continuità progressiva dei concorsi. Il Fondo per le emergenze nazionali è incrementato di 50 milioni di euro annui a decorrere dal 2025.
Carta docente anche per supplenti annuali, ma l’importo potrebbe diminuire per tutti
La manovra prevede la Carta del docente in via strutturale anche agli insegnanti con contratto di supplenza annuale ma se quest’anno il valore rimane di 500 euro, non è detto che lo sia anche nei prossimi anni. Le parole ‘nominale di euro’ – si legge in Manovra – sono sostituite dalle seguenti: ‘fino ad euro’; ed è aggiunto il periodo: “Con decreto del ministero dell’Istruzione, di concerto con il ministero dell’Economia e delle finanze, sono definiti i criteri e le modalità di assegnazione della Carta nonché annualmente l’importo nominale della stessa sulla base del numero dei docenti di cui al primo periodo e delle risorse”.
Al via Fondo contro dipendenze tra i giovani
La manovra istituisce un Fondo nazionale per la prevenzione, il monitoraggio e il contrasto del diffondersi delle dipendenze comportamentali tra le giovani generazioni, con una dotazione di 500.000 euro l’anno a decorrere dal 2025.
Bonus edilizi – Detrazioni al 50% per il 2025 ma vale solo per la prima casa
Ancora un anno per il bonus ristrutturazioni al 50%, uno dei più longevi tra le agevolazioni edilizie. Con la legge di riforma del Superbonus infatti il governo aveva stabilito un décalage che prevedeva una riduzione dall’attuale 50% al 36% nel 2025, e poi un ulteriore passaggio al 30% a partire dal 2028. La legge di Bilancio “salva” invece il bonus ristrutturazioni ancora per un anno, ma soltanto per le prime case: un paletto che dovrebbe mantenere i costi della misura intorno ai 600 milioni. Per le seconde case invece si conferma la riduzione del bonus al 36% a partire dal primo gennaio dell’anno prossimo.
Banche e spending review – Extraprofitti, ricavi per 3,5 miliardi. Budget dei ministeri ridotti del 5%
Agli istituti di credito e alle compagnie assicurative spetterà versare un contributo di 3,5 miliardi, una fetta importante dei circa 30 miliardi (lordi) di coperture della terza legge di bilancio del governo Meloni. Tocca a Giorgetti trattare con l’Abi fino a pochi minuti prima dell’avvio del Consiglio dei ministri: alla fine l’accordo passa da un anticipo sulle Dta (le imposte differite attive) e dalle cosiddette stock options per un totale di tre miliardi. Altri 500 milioni ce li mettono le assicurazioni. Tra le coperture rilevanti, contributi del settore bancario e assicurativo», conferma la nota diramata dal Mef al termine del Cdm. Scorrendo l’elenco dei finanziatori della manovra compaiono i dicasteri: la spending review si fa più pesante del previsto con un taglio lineare del 5% che promette di portare nelle casse dello Stato circa 3 miliardi.
Bonus mamme esteso a lavoratrici autonome
Bonus mamme, anche con due figli, esteso alle lavoratrici autonome ma con un tetto di reddito fino a 40mila euro. Le lavoratrici, che non abbiano optato per un regime forfetario, potranno usufruire, se hanno due figli, di una decontribuzione fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo e, nel caso delle mamme con tre figli fino al compimento dei 18 anni del figlio più piccolo. L’esonero, nel limite di spesa di 300 milioni di euro annui, spetta solo se la retribuzione non supera i 40mila euro annui.
Tesoretto per i parlamentari da 120 milioni: saranno 200 dal 2026
Il fondo per le iniziative parlamentari, il cosiddetto ‘tesoretto’, è finanziato con 120 milioni nel 2025 che salgono a 200 milioni “a decorrere dal 2026”. Lo prevede il testo della manovra che incrementa lo stanziamento del fondo per far fronte ad esigenze indifferibili che si manifestano nel corso della gestione.
Congedo parentale all’80% esteso a 3 mesi
Il congedo parentale a sostegno di maternità e paternità fino al sesto anno di vita del bambino viene esteso dal 60% all’80% della retribuzione da due a tre mesi.