A dispetto dei moralisti a prescindere, l’omaggio a Maradona ha unito in un grande abbraccio il mondo intero. Con buona pace di chi ha ritenuto di dover cantare fuori dal coro. Maradona lui sì che poteva farlo, aveva doti da solista uniche, senza le quali ci si ritroverebbe fuori luogo e fuori tempo. In un momento in cui si stava rendendo omaggio ad un  grande campione, alcuni hanno pensato bene, a nostro modesto avviso male, di tirare fuori vicende della vita privata che, a conti fatti, hanno danneggiato principalmente, e forse soltanto, lo stesso campione. Un esercizio che, tra l’altro, sarebbe possibile fare ad ogni celebrazione e con ogni essere umano, considerando che malefatte e cattive azioni non mancano mai nella vita. Di nessun uomo. A cominciare dalla evasione fiscale, forse il peccato più praticato al mondo. E, tra l’altro, nel caso di Maradona sarebbe imputabile, soprattutto, ad una mancata opposizione ad una cartella esattoriale, giunta quando era all’estero. Ma nonostante questo, c’è stato chi ha parlato di evasione fiscale come se stessimo celebrando Maradona come nuovo direttore dell’Agenzia delle entrate. Invece, sveglia!, stavamo celebrando le gesta di un calciatore. Grande, come forse non ne nasceranno mai più!  

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