Era il 5 novembre 2019 quando, circa un anno e mezzo dopo l’insediamento della nuova amministrazione, il consiglio comunale di Orta di Atella fu sciolto per infiltrazioni camorristiche. Il game over fu sancito dalla relazione della commissione d’accesso composta da Imma Fedele, oggi prefetto vicario di Frosinone, dal capitano Luca D’Alessandro, comandante della Compagnia dei carabinieri di Marcianise, e dal tecnico Giuseppe Iannucci. Sulla scorta del resoconto da brividi redatto dalla triade il prefetto di prefetto di Caserta Raffaele Ruberto propose al Viminale lo scioglimento dell’assise per presunte infiltrazioni mafiose. Richiesta ratificata dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. A scrivere la parola fine sulla breve gestione del sindaco Andrea Villano fu il capo dello Stato Sergio Mattarella. A circa un anno e 3 mesi dal decreto presidenziale si gioca un’altra partita decisiva per le sorti dell’amministrazione comunale.
Domani (27 gennaio) è fissata l’udienza davanti al Tar per valutare la fondatezza giuridica del ricorso presentato da Villano contro il decreto di scioglimento. In caso di bocciatura, che appare molto probabile, all’ex primo cittadino non resterebbe altro da fare che rivolversi al Consiglio di Stato (non sembra orientato a farlo). Se invece i giudici amministrativi accogliessero il ricorso Villano e il civico consesso tornerebbero in carica. Il vero D-Day non sarà domani. Per conoscere l’esito del dibattimento ci vorranno almeno un paio di settimane. Ma, giorno più giorno meno, al massimo entro la fine febbraio sarà posta un’altra pietra miliare sulla vicenda dello scioglimento. Una tappa fondamentale anche in prospettiva futura. Se il ricorso verrà respinto si aprirebbero i giochi delle elezioni comunali. Appuntamento che potrebbe diventare imminente (già in primavera) qualora la commissione straordinaria non chiedesse una proroga di altri 6 mesi. In ogni caso da con la sentenza del Tar si delineerà il quadro giuridico-amministrativo. Un passaggio cruciale, insomma.
Al di là dell’esito e al netto degli auspici delle tifoserie politiche si spera che comunque andrà alle prossime comunali non sia in campo il ciarpame che ha sulla coscienza la devastazione sociale, culturale e territoriale di Orta di Atella.
Michele Apicella