Povero Enzo Guida. La parentopoli scoppiata con la partecipazione ai concorsi comunali di familiari stretti di amministratori locali ha mandato in tilt il sindaco di Cesa. Che in un video Fb sulla sua pagina social si è aggrappato sugli specchi nel vano tentativo di salvare la faccia della squadra di governo. La finta operazione verità si è rivelata un boomerang. Guida ha messo in fila una serie di bugie. A detta del sindaco il fatto che ai concorsi comunali non ha vinto nessun parente di esponenti della maggioranza dimostra che si è svolto tutto regolarmente. Prima bugia: Campania Notizie ha scritto lo scorso 2 agosto (clicca qui) che nessun familiare “illustre” sarebbe stato assunto. Per un motivo molto semplice: sarebbe stato scandaloso. Da arresto in flagranza. Chi fa politica paga un prezzo. Non è ammissibile che il fratello e la compagna del sindaco Guida, il marito del suo vice Giusy Guarino e la figlia del consigliere di maggioranza Nicola Autiero abbiano partecipato ai concorsi. È politicamente inopportuno e biasimevole. Non a caso in tutti i Comuni limitrofi e della provincia di Caserta non si è mai assistito ad uno scandalo come quello di Cesa. Guida molto sommessamente dice che non c’è stata “nessuna parentopoli”.
Seconda bugia. L’obiettivo era far ottenere l’idoneità ai familiari-partecipanti per farli assumere a breve in altri enti locali. Tra qualche anno, quando la polvere si sarà posata a terra, i parenti degli amministratori locali si riverseranno in blocco nella pianta organica del Comune di Cesa. La parentopoli funziona a scoppio ritardato. Risultando “idonei per i prossimi 3 anni i familiari stretti di sindaco, vicesindaco e del consigliere Autiero potranno essere inquadrati da tutti gli enti locali che avranno necessità di nuovo personale. La difesa d’ufficio del sindaco Guida è davvero fragile. E il castello di carta crolla alla prova dei fatti. A Cesa c’è un precedente emblematico. Teresa Marrandino, cugina acquisita dell’assessore ai Lavori pubblici Cesario Villano, è stata assunta lo scorso marzo come istruttore direttivo di vigilanza a tempo parziale (12 ore) e indeterminato. Marrandino ha ottenuto il posto fisso grazie allo scorrimento della graduatoria. Quattro classificati prima di lei hanno rinunciato a prendere servizio. E ora è dipendente comunale a Cesa. Il sindaco chiacchiera. I fatti parlano chiaro. Altro che campagna di stampa che avrebbe “criminalizzato” i parenti degli amministratori. Loro fanno i guai e poi cercano di scaricare sugli altri le colpe. È un gioco sporco inutile. I cittadini hanno capito già tutto. Peraltro sanno bene che i concorsi non sono stati pubblicizzati quasi per nulla. Come mai? Questa è la vera discriminazione: i cittadini senza santi in Paradiso sono stati tagliati fuori in partenza. Però va dato atto al sindaco di aver tenuto fede all’impegno assunto durante le elezioni: “Continuiamo a scrivere insieme il futuro”. Detto, fatto. Il futuro dei suoi parenti e di quelli degli altri amministratori locali è assicurato.
Mario De Michele