Non si sa nemmeno se saranno celebrati i congressi provinciali del Pd e nel partito di Terra di Lavoro già risuonano le sirene del tesseramento gonfiato. Come sempre è lo sport più praticato dal gruppo che fa capo a Gennaro Oliviero. I seguaci del presidente del consiglio regionale della Campania figurano tra i maggiori esperti mondiali del settore. Sono tra i maggiori produttori del pianeta di tessere. Esperienza che viene da lontano. Dai tempi del Psi. Pacco, doppio pacco e contropaccotto di tessere. Negli anni d’oro dei socialisti ad ogni celebrazione di un congresso venivano falciati centinaia di alberi dell’Amazzonia. Uno spreco di carta da far rabbrividire Greta Thunberg. Oggi si sfrutta al massimo il web con un tesseramento selvaggio online. Meglio per le povere piante del Sudamerica. Ad avere la peggio è sempre il partito democratico. Risultano iscritti al Pd ex fedelissimi di Nicola Cosentino, oggi sindaci simil-dem mutuando Barbagallo. Gente di ogni specie. Qualcuno è “homo neanderthalensis”. Qualcun altro “homo erectus”. Nella migliore dei casi si tratta di parenti di primo, secondo terzo e quarto grado. Poi ci sono gli affini dal primo al quarto grado. E infine viene iscritta al partito gente che nemmeno lo sa. Sono del Pd a loro insaputa. Nel periodo del tesseramento gli uffici Anagrafe fanno gli straordinari.
Nella consolidata tradizione craxiana il team di Oliviero già si sta mobilitando per trovarsi in pole position nella corsa alle tessere. Roma non ha ancora stabilito se si terranno o meno i congressi provinciali. Ma è meglio non farsi trovare impreparati. Prevenire è meglio che curare. Come avviene nelle cliniche private convenzionate a gestione politico-familiare. UBALDO GRECO, UN PERDENTE DI SUCCESSO – In caso di congresso gli olivieriani stanno arando il terreno per la discesa in campo di Ubaldo Greco. Uno che dal 1995 al 2007 è sempre stato un perdente di successo. Non vinceva un’elezione nemmeno se correva da solo. Da Luigi Falco prendeva solo schiaffi. Poi fu investito dall’autolesionismo degli allora Democratici di sinistra. Divenne il segretario provinciale dei Ds di Terra di Lavoro. E fu l’inizio della fine. Per non parlare della sua esperienza di assessore ai Lavori pubblici di Caserta durante la tumultuosa sindacatura di Nicodemo Petteruti. In quel periodo gli abitanti della città capoluogo non assistettero alla posa di una prima pietra. Neppure di una pietruzza. In tanti si chiedevano: “Ma il sindaco quando affida la delega ai Lavori pubblici?”. Dopo un lungo letargo l’evanescente ex assessore comunale Greco si è rimesso in sesto, ci fa piacere, e nel giugno 2021 in un’intervista sostiene quanto segue: “Il Pd ha bisogno di rilancio a livello provinciale. In Terra di Lavoro è del tutto fermo. Ed è stato caratterizzato dall’inazione e dall’incapacità. Non posso che auspicare il ricambio della segreteria provinciale che non è stata in grado neppure di provvedere, quest’anno, al tesseramento 2020 e questo, per il Pd, è un problema di sopravvivenza. Non c’è Covid che tenga. Anche perché lo scorso anno, in una fase pandemica molto più grave, il tesseramento relativo all’anno 2019 è stato fatto”. TESSERAMENTO PRESSO LE CAMERE MORTUARIE – Tessere, tessere, tessere. Un chiodo fisso per gli ex socialisti. Non a caso in vista del congresso nazionale del Pd che si terrà nel prossimo marzo gli adepti di Oliviero già hanno interpellato diverse onoranze funebri per tesserare anche qualcuno passato a miglior vita. Quelli sono i migliori iscritti: non chiedono poltrone, non sbraitano, restano sempre in religioso silenzio. In attesa dei risvolti romani (al presidente del consiglio regionale piace Stefano Bonaccini, odia un altro Stefano) gli olivieriani si stanno attrezzando nell’eventualità che venga fissato anche il congresso provinciale. E puntano sul redivivo Ubaldo Greco, di professione avvocato. Oddio, un altro avvocato alla guida del Pd casertano proprio no. I dem si stanno ancora leccando le ferite provocate da Dario Abbate, legale al soldo della Cgil. Che non contento delle sconfitte da Guinness dei primati vorrebbe ricandidarsi a sindaco di Marcianise. Fermatelo. È pericoloso per sé e per gli altri. E soprattutto spianerebbe la strada ad un’altra vittoria di Antonello Velardi. I marcianisani che peccati hanno commesso per meritarsi politici del genere? Per carità, nel centrosinistra hanno militato ricoprendo posti di prestigio anche avvocati con gli attributi. Al netto del suo carattere burbero, a volte insopportabile, Lello Ferrara oggi è rimpianto da una fetta di cittadini normanni: “Lui sì che era un sindaco che decideva, aveva una visione della città”. A Ferrara va ascritto l’errore politico di aver mandato a casa l’allora primo cittadino Gennaro Golia, un galantuomo che ha la dignità di fare vero volontariato senza dirlo a nessuno. Chapeau. Per nemesi storica alle ultime comunali, dopo una lunga stagione di centrodestra, è stato eletto sindaco di Aversa Alfonso Golia, figlio dello stimato pediatra. Tra i due noi preferiamo tutta la vita Gennaro ad Alfonso. Non c’è partita. Il padre aveva tutt’altro stile. Non impugnava megafoni e non indossava zainetti rossi.
COSA NON SI FAREBBE PER I FIGLI E LE FIGLIE! – Torniamo al perdente di successo Ubaldo Greco. Tra dissertazioni filosofiche e filosofia della politica l’ex leader diessino si è tolto la soddisfazione di far eleggere alle ultime amministrative la figlia Roberta nel consiglio comunale di Caserta. La puella finora non ha lasciato traccia. Almeno a differenza del padre non ha fatto danni. Già è qualcosa. Ma troppo poco. Infatti Roberta Greco ha ottenuto un bel contratto a tempo determinato nell’IFEL Campania, l’Istituto per la finanza e l’economia locale che fornisce assistenza tecnica all’ACaMIR, l’Agenzia Campana Mobilità Infrastrutture e Reti. E al papà è tornato il sorriso sulle labbra. Anche per Ubaldo Greco “i figli so’ piezzi ‘e core”. Del resto tra i suoi compagni di viaggio c’è chi, in perfetto stile tesseramento, ha infilato parenti di primo, secondo terzo e quarto grado in strutture sanitarie convenzionate con la Regione Campania. Per capirci, quelle che fanno soldi a palate grazie ai budget di cura regionali e agli altri stanziamenti di Palazzo Santa Lucia. Ce ne occuperemo quanto prima in un’approfondita inchiesta. Nel 1500 Tommaso Moro individuò la degenerazione della società nella proprietà privata: “Mi sembra – scrisse ne “L’Utopia” – che dovunque vige la proprietà privata, dove misura di tutte le cose è la pecunia, sia alquanto difficile che mai si riesca ad attuare un regime politico basato sulla giustizia o sulla prosperità”. Oggi c’è un Tommaso Moro social che su Fb, con un profilo falso ovviamente, si erge a giudice. E punta l’indice contro tutti coloro i quali non lisciano il pelo al paparino. Anzi al Paperon de’ Paperoni che si è arricchito, lui (socio occulto) con suoi consanguinei, tramite la sanità privata intrecciata a doppio filo con la Regione Campania, attraverso le cliniche convenzionate “dove misura di tutte le cose è la pecunia”. Ma questo è il Tommaso Moro vero. Quello falso sarà ben presto smascherato. E dal suo armadio non usciranno scheletri. Ma solo soldi, soldi, soldi. Come le tessere gonfiate del Pd.
Mario De Michele
CLINICHE E CENTRI MEDICI CONVENZIONATI BANCOMAT DEI PRIVATI