Oltre 20mila persone hanno marciato per la vita da Orta di Atella a Caivano. Una manifestazione imponente che ha visto scendere in strada giovani, mamme, bambini e associazione. Un serpentone umano chilometrico che ha attraversato le vie della città atellana per giungere nel Comune di don Maurizio Patriciello, alla testa del corteo assieme al vescovo Angelo Spinillo e tantissimi prelati della Diocesi di Aversa.

Una marcia silenziosa e rispettosa verso i tanti morti di Terra dei fuochi. Morti ritratti su cartelli e striscioni con la scritta “Muoio”, oppure “Anche i nostri figli hanno diritto a vivere”. Presenti anche tanti primi cittadini dell’agro aversano e dei comuni di Napoli nord. ma soprattutto tanti, tantissimi cittadini, che sono stanchi di vivere in una terra avvelenata dai rifiuti tossici.

“Il popolo di sta mobilitando – afferma il vescovo Spinillo – per porre fine allo scempio del territorio e per sollecitare le istituzioni affinché le bonifiche siano finalmente avviate”. Critico rispetto alle istituzioni don Patriciello: “Il popolo sta facendo la sua parte, la politica e le istituzioni devono fare la loro, dopo anni di assenza colpevole”. In prima fila anche Antonio Marfella, oncologo del Pascale, che per un tratto del percorso ha imbraccio la croce “simbolo di questo territorio martoriato”, ha detto. Dai cittadini la richiesta, l’ennesima, di poter vivere in una terra sana. “I nostri figli – hanno detto alcuni partecipati – hanno diritto ad avere un futuro. Non vogliamo contare più altri morti, ne abbiamo pianto già troppi”.

Mario De Michele

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