Droga dal famigerato Parco Verde di Caivano, piazza di spaccio e complesso degradato alla periferia di Napoli, noto per le battaglie contro i clan e l’inquinamento ad opera del prete antiroghi don Maurizio Patriciello, ai vicini comuni del Casertano: cocaina, hashish e marijuana che viaggiava verso destinazione nascosta nelle salviettine dei bimbi o negli ovetti di cioccolata, per poi essere rivenduta anche a minorenni, davanti alle scuole. E’ uno spaccato di inquietante degrado sociale quello che emerge dall’inchiesta dei carabinieri di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), coordinata dalla Dda di Napoli, che ha portato il gip di Napoli all’emissione di 42 ordinanze di custodia cautelare, 36 delle quali eseguite, di cui 18 in carcere e altrettante ai domiciliari. Il reato contestato è l’associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga. Una maxi-inchiesta con oltre 300 casi contestati di cessione di stupefacente che ha registrato momenti di grande tensione, questa mattina, quando alcuni indagati sono usciti dalla caserma del Comando Provinciale dell’Arma a Caserta per essere trasferiti in carcere. Molti familiari, all’esterno della struttura, hanno insultato e sputato contro carabinieri, giornalisti e cineoperatori che erano all’interno. Tra gli arrestati, residenti quasi tutti nel Casertano e alcuni nel Napoletano, ben 17 sono ragazzi di età compresa tra i 20 e i 25 anni, provenienti da famiglie coinvolte in affari criminali e da nuclei più benestanti; tra i destinatari del provvedimento compare anche il 21enne Giovanni Cestrone, figlio di Tommaso Cestrone, noto come l’ “Angelo di Carditello”, il volontario morto a Natale di due anni fa che si è battuto per la salvaguardia della Reggia Borbonica di Carditello, abbandonata per anni al degrado e poi salvata dal Mibact che l’ha acquistata avviandola ad una riqualificazione peraltro ancora complicata. Ed è proprio nelle campagne a pochi passi dalla Reggia, tra i comuni casertani di San Tammaro e Santa Maria la Fossa, che veniva coltivata la marijuana, nascosta tra le immense piantagioni di tabacco. La cocaina arrivava invece dal Parco Verde, dove risiedono tre delle persone arrestate. Lo stupefacente veniva rivenduto nelle piazze di spaccio organizzate nei comuni di Santa Maria Capua Vetere, San Prisco, Orta di Atella e Casal di Principe; in particolare a Santa Maria la vendita avveniva davanti a luoghi simbolo della città, come il Liceo Classico – alcuni studenti sono stati anche segnalati come assuntori – l’Anfiteatro Romano, e la villa comunale. Negli altri centri, invece, si spacciava nelle piazze principali. Dalle indagini è emerso che donne e alcuni minori, quest’ultimi segnalati al Tribunale per i minorenni, sono stati impiegati per la vendita della droga mentre i bimbi più piccoli sono stati usati dai genitori-pusher per occultare la sostanza ed eludere i controlli delle forze dell’ordine. Nell’ordinanza il Gip rileva la spregiudicatezza di alcuni indagati che hanno continuato a gestire il traffico nonostante fossero agli arresti domiciliari, persino con il braccialetto; “quando vi è la necessità di uscire – scrive il magistrato – si provoca un guasto sostenendo la caduta o un urto e quando i verbalizzanti (le forze dell’ordine, ndr) non intervengono, e non possono intervenire per mancanza di mezzi, allora si provvede a chiamarli, mostrando così anche di essere corretti, per segnalare il guasto”.

 

 

{gallery}arresti82{/gallery}

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui