Scarcerati l’ex sindaco di Lusciano Isidoro Verolla e l’ex consigliere regionale Nicola Ferraro. Il tribunale del Riesame di Napoli ha accolto i ricorsi degli avvocati Mario Griffo, difensore dell’ex primo cittadino luscianese, e Giuseppe Stellato, legale dell’ex esponente dell’Udeur. I due furono arrestati lo scorso 23 luglio nell’ambito dell’inchiesta che “spedì in carcere, tra gli altri i fratelli di Cesaro, Aniello e Raffaele, Angelo Oliviero, ex responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Lusciano (poi rimesso in libertà per mancanza di esigenze cautelari); Bernardo Cirillo, cugino del boss Francesco Bidognetti (in carcere dal ’93, anch’egli raggiunto da provvedimento cautelare), all’epoca dei fatti consigliere d’elezione nel settore delle opere edili, e Raffaele Bidognetti, figlio di Francesco. Secondo i pm Antonello Ardituro,Giovanni Conso, Marco del Gaudio e Cesare Sirignano, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, si tratta di un “giro” nel quale rientrerebbe anche il deputato di Forza Italia Luigi Cesaro, per il quale la Direzione distrettuale antimafia di Napoli ha inviato alla Camera una richiesta di arresto, con l’ipotesi di turbativa d’asta, aggravata da presunti legami con la camorra.

Tornando alla richiesta di scarcerazione di Verolla e Ferraro, i giudici del tribunale della libertà di Napoli hanno detto sì alle istanze presentate dall’apprezzato avvocato Mario Griffo, per conto dell’ex sindaco, e di Giuseppe Stellato, in difesa di Ferraro. Entrambi sono tornati in libertà. Inattesa quanto importante la sentenza in favore di Verolla, la cui posizione sembrava, stando ai pm, piuttosto complessa. Ma nonostante l’impianto accusatorio, l’avvocato Griffo è riuscito a ottenere la revocate degli arresti nei confronti dell’ex primo cittadino luscianese. Secondo l’accusa, supportata dalle dichiarazioni del pentito Luigi Guida, alias “’O Drink”, ex reggente della fazione Bidognetti, grazie ai fondi per il Pip – Piano insediamento produttivo – furono assegnati due appalti a imprese della famiglia Cesaro su pressioni del clan e grazie alla complicità di esponenti della politica, tra cui Ferraro, e del Comune di Lusciano. In particolare, riferisce Guida, i Cesaro si sarebbero accordati con il clan per ottenere, come “impresa di riferimento” dell’organizzazione, i lavori per il Pip e per la costruzione del Centro Sportivo Natatorio Polivalente. In cambio, al clan sarebbe stato corrisposta una percentuale. L’accordo fu raggiunto, a detta dei pm, con l’intermediazione di Ferraro.

Mario De Michele

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