Altri inquietanti particolari emergono dalla vicenda giudiziaria su Gianpi Tarantino e la moglie Angela Devenuto, detta Nicla. Li rivela Repubblica.it nella sezione Inchieste. Ecco cosa emerge dagli interrogati degli indagati. “Il 12 agosto, prima di partire per le vacanze a Cortina, sono andata a Palazzo Grazioli per chiedere 5 mila euro.

Un collaboratore del presidente però ci disse che avevamo avuto già troppi soldi”, ricorda Nicla. La conferma dei pagamenti consolida l’impianto accusatorio che ipotizza un ricatto ai danni del presidente del Consiglio ad opera dei Tarantini e di Valter Lavitola, l’unico sfuggito al carcere perché all’estero. Per la Procura si tratta di un’estorsione. Ma Gianpi e signora replicano che Berlusconi ha pagato quel denaro spontaneamente “e non perché minacciato” da possibili ricadute sulla sua immagine del processo di Bari, dove Tarantini è indagato di favoreggiamento della prostituzione per le escort condotte dal premier.

 

“Aveva preso a cuore i nostri problemi, ci trattava come se fosse un padre. uno zio. Si sentiva un po’ il nonno delle nostre figlie”, dichiara Angela Devenuto. Lo ripete anche suo marito: “Il presidente mi voleva aiutare”. Tuttavia Tarantini sembra contraddirsi quando rivela ai pm, riportandosi ad alcuni passaggi del suo memoriale. “In effetti, avevo timore che una mia eventuale uscita dal processo avrebbe potuto determinare una caduta di attenzione da parte del presidente per le mie vicende. Mi rendo conto della puerilità del mio agire, avendo in quel momento dubitato della spontaneità e della generosità del presidente. Però all’epoca ero ancora in attesa del finanziamento di 500 mila euro che mi era stato promesso”.

Anche Tarantini e la moglie, dopo la segretaria del premier, Marinella Brambilla, sentita come teste venerdì, scaricano pesantemente Lavitola. “Lo voglio denunciare – dice Tarantini ai magistrati – Valter ha approfittato della situazione. Ha sfruttato un nostro periodo di debolezza e difficoltà per fare soldi”. Tarantini, dopo il caso escort, lascia gli arresti domiciliari nell’estate 2010. Da quel momento il premier si fa carico di tutte le esigenze di una famiglia abituata ai lussi. Lo conferma Nicla. “Avevamo bisogno effettivamente di tanto denaro perché abbiamo un alto tenore di vita”. Per almeno tre volte incontrano il premier per ottenere denaro. Ricorda Tarantini: “Il primo incontro con il presidente avviene, tramite Lavitola, nel novembre 2010 a Palazzo Grazioli, ci va mia moglie. La seconda volta è nel marzo 2011: dopo numerose insistenze, Lavitola ci accompagna a Villa San Martino, ad Arcore. Ero emozionatissimo, tra l’altro, perché non vedevo il presidente da due anni. E l’ultimo incontro è recente, agosto 2011, a Palazzo Grazioli”. Poi evidenzia un particolare significativo: “Nell’ultima occasione avevo fissato l’appuntamento con un collaboratore di Berlusconi per andare lì da solo. Ma Lavitola lo venne a sapere e pretese di venire con noi”. Nicla, la signora che ama le borse Cartier, piange ripetutamente. “Mi sono ritrovata in una cella con altre cinque detenute, una delle quali tossicodipendente. Fino a ieri dormivo con la mia bambina”. Oggi tornerà a casa con l’ok della Procura: il lungo interrogatorio e la sua condizione di madre con due figlie piccole hanno indotto il gip a firmare il provvedimento di arresti domiciliari.

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