“Mi sento un perseguitato”. Cosi’, il capo dell’ala stragista del clan dei Casalesi Giuseppe Setola detto o’cecato che alla ripresa delle udienze, dopo la pausa estiva, ha chiesto per l’ennesima volta di volersi far visitare da un medico specialista in oculistica in presenza del suo medico curante.
“Io non vedo e voglio essere curato”, ha ribadito Setola. Questa mattina, infatti, si e’ tenuta la prima udienza, dopo il turno feriale al tribunale, nell’aula bunker del tribunale di Santa Maria Capua Vetere in cui erano presenti tutti gli oltre 40 imputati del procedimento a carico di affiliati e fiancheggiatori di Setola. Sono stati ascoltati dai giudici del collegio A della prima sezione penale anche due testimoni, parenti di Nicola Cangiano, imputato accusato di favoreggiamento, che hanno spiegato che la sera dell’attentato a Trentola Ducenta il 12 dicembre del 2008 – in cui rimase ferita per sbaglio una donna – Cangiano si trovava a cena in loro compagnia. I due sono stati poi ritenuti inaffidabili perche’ denunciati dalla polizia di Napoli per favoreggiamento nel 2009.