Sarebbero finiti a ditte riconducibili all’ex boss dei Casalesi Antonio Iovine, oggi collaboratore di giustizia, due terreni gestiti da Agrorinasce, consorzio formato da sei comuni casertani che amministra numerosi beni sottratti ai clan casertani. La circostanza emerge dall’ordinanza di arresto, firmata dal Gip di Napoli Federica Colucci, che oggi ha portato in carcere l’imprenditore edile Ferdinando Di Lauro, accusato dalla Dda di essersi aggiudicato un appalto indetto dal Comune di Aversa – quello per la realizzazione dell’area Pip, i cui lavori non sono mai partiti – grazie all’interessamento dell’ex capoclan Iovine, di cui è ritenuto socio occulto. La vicenda dei terreni di Agrorinasce, spiega il Gip, viene alla luce nel corso di un’altra indagine, quella a carico dell’ex senatore del Pd Lorenzo Diana, volto noto dell’Antimafia, indagato per concorso esterno in associazione camorristica; durante delle perquisizioni, i carabinieri del Noe sequestrano “una corta di archivio personale dell’ex parlamentare su fatti in cui egli si è direttamente attivato per delle segnalazioni oppure per degli interventi su autorità istituzionali”. Emerge così la storia di due lotti di terreno ubicati a San Cipriano, comune di cui Diana è stato sindaco e in cui risiede, finiti alle ditte riconducibili a Iovine ma intestate a Di Lauro e Antonio Cerullo. Lo stesso Gip dice che Agrorinasce è una “creatura di Diana”. Iovine spiega poi che i lotti era stati acquistati “per i lavori di riqualificazione di un ex deposito militare”.