Trenta persone sono state arrestate nelle prime ore della giornata di oggi di carabinieri perché accusate, a vario titolo di associazione di tipo mafioso e di estorsione aggravata dal metodo mafioso, traffico di stupefacenti e detenzione di armi da guerra. Gli arresti, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Napoli su richiesta della Dda, sono stati eseguiti nei comuni a Nord del capoluogo.

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A capo del gruppo criminale degli Orlando figura Antonio Orlando, detto “Mazzolino”, ex appartenente al clan Nuvoletta, ricercato dal 2003 e inserito nell’elenco dei latitanti più pericolosi d’Italia. I particolari dell’operazione sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il procuratore reggente di Napoli, Nunzio Fragliasso, il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, e il comandante provinciale dei carabinieri colonnello Ubaldo Del Monaco. Dalle indagini è emerso che il clan Orlando, i cui esponenti erano legati al clan Nuvoletta e Polverino, un tempo egemoni nella zona, si sarebbe sostituto alle due cosche acquisendo il controllo delle attività illecite, tra cui il traffico di droga e le estorsioni. Dell’organizzazione farebbero parte anche esponenti di spicco dei Polverino e dei Nuvoletta, come Lorenzo Nuvoletta, figlio di Ciro Nuvoletta, uno dei leader storici dell’omonimo clan. Gli Orlando avrebbero sottoposto a estorsioni anche piccoli imprenditori locali e acquisito il controllo delle piazze di spaccio. Nel corso delle indagini gli investigatori hanno ricostruito la struttura del clan “Orlando”, capeggiato da un latitante, e dimostrato la provenienza dei profitti del sodalizio: estorsioni a imprenditori e controllo diretto di attività commerciali ma, soprattutto, importazione dalla Spagna di ingenti quantità di hashish che venivano ridistribuite sulle piazze di spaccio di Marano, Calvizzano e Quarto

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